Lavoro, Cgia: al Nord è fuga dal posto fisso, e le aziende “rubano” i dipendenti migliori

Lombardia, Bolzano e Veneto leader per qualità del lavoro. Aumentano però le dimissioni volontarie, mentre le aziende rischiano di perdere talenti

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia, Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, basata sul rapporto Bes (Benessere Equo Sostenibile) dell’Istat, la Lombardia si conferma come leader in Italia per la qualità del lavoro e per il benessere aziendale.

Seguono la Provincia Autonoma di Bolzano e il Veneto, mentre subito dopo troviamo la Provincia Autonoma di Trento, il Piemonte e la Valle d’Aosta. Al contrario, le regioni del Mezzogiorno presentano situazioni più critiche, con la Sicilia, la Calabria e la Basilicata che occupano gli ultimi tre posti della classifica nazionale.

Le imprese “rubano” i dipendenti migliori

In contesti in cui l’offerta di lavoro supera la domanda, le imprese rischiano di perdere i propri dipendenti migliori, poiché altre realtà possono attrarli con offerte più allettanti.

Secondo l’Inps, le dimissioni volontarie dei lavoratori dipendenti privati a tempo indeterminato con meno di 60 anni sono in aumento, toccando nel 2022 la quota di 1.047.000, con un incremento di 236.000 unità rispetto al 2019.

Pur trattandosi di dati preliminari, sembra probabile che sempre più lavoratori stiano optando per un cambio di impiego. Questa scelta è spesso motivata da offerte di lavoro più vantaggiose dal punto di vista retributivo e dall’opportunità di lavorare in contesti meno stressanti rispetto al passato. Questa tendenza riflette un cambiamento significativo nel modo in cui i lavoratori valutano e scelgono il proprio impiego, con un’attenzione sempre maggiore al benessere e alla qualità della vita lavorativa.

Il Veneto si distingue per la sua posizione di rilievo nel panorama nazionale per quanto riguarda la qualità del lavoro, piazzandosi al terzo posto dopo Lombardia e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Questo processo di miglioramento del benessere aziendale ha contribuito a posizionare la regione in questa classifica. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, la tendenza alla ricerca di nuove opportunità lavorative persiste anche qui. Questa pratica, presente nel Veneto da diversi anni, ha registrato un’accelerazione significativa dopo l’epidemia da COVID-19.

È cambiato il modo di percepire il lavoro: si cerca più benessere aziendale

Dopo l’epidemia, il panorama lavorativo italiano ha subito significative trasformazioni. In diverse zone del Paese, le aziende stanno incontrando sempre maggiori difficoltà nel reperire profili professionali adeguati alle proprie esigenze, rendendo fondamentale la fidelizzazione dei dipendenti esistenti. Per far fronte a questa sfida, le imprese stanno adottando una serie di pratiche virtuose, tra cui l’incremento delle retribuzioni, la trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato, la flessibilità degli orari di lavoro, l’adozione di strumentazioni professionali innovative, la promozione delle opportunità di avanzamento di carriera e l’implementazione di benefit e servizi di welfare aziendale.

In Lombardia è fuga dal posto fisso

Nel Nord Italia, soprattutto nelle piccole e medie imprese, questo processo di miglioramento del benessere aziendale è in corso da alcuni anni. Tuttavia, nonostante ciò, continua la tendenza alla fuga dal lavoro fisso. Con un aumento dell’offerta di lavoro e una domanda più contenuta, il rischio che le aziende perdano i loro migliori dipendenti è molto elevato.

La tendenza alla ricerca di nuove opportunità lavorative persiste, con una continua fuga dal lavoro fisso.