L’Italia spenderà più in armi che per la scuola, unico grande Paese Ue

Secondo i dati Eurostat, l'Italia sarebbe l'unico grande Paese europeo a spendere più per la difesa che per l'istruzione, se portasse al 5% la spesa per gli armamenti

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 4 Luglio 2025 12:14

Eurostat ha pubblicato i dati, aggiornati al 2022, della spesa pubblica per l’istruzione di buona parte dei Paesi europei. Ciò avviene in un momento in cui quegli stessi Stati si sono impegnati ad aumentare sensibilmente un’altra voce di spesa, quella per la difesa.

Secondo l’ultimo accordo interno alla Nato infatti, i membri dell’alleanza atlantica dovranno arrivare a investire nel proprio esercito fino al 3,5% del Pil. Si prevede inoltre un ulteriore 1,5%, riservato a investimenti infrastrutturali sempre nell’ambito della difesa. I dati Eurostat permettono quindi di rispondere alla domanda: gli Stati europei spenderanno di più per l’educazione e la scuola o per le armi?

I dati Eurostat sulla spesa nell’istruzione

Nel 2022 i 27 Paesi dell’Unione europea hanno speso in totale 753 miliardi di euro per l’istruzione, stando ai dati Eurostat. La classifica dei primi 5 Paesi per spesa è la seguente:

  1. Germania, 189 miliardi di euro;
  2. Francia, 141 miliardi di euro;
  3. Italia, 81 miliardi di euro;
  4. Spagna, 60 miliardi di euro;
  5. Paesi Bassi, 51 miliardi di euro.

Sono numeri record per tutti i Paesi, anche se le traiettorie negli anni sono molto diverse. La Germania sta investendo molto in istruzione dal 2016, ed è passata da circa 140 miliardi di euro a sfiorare i 190 miliardi. La Francia ha seguito una traiettoria simile, ma con un’accelerazione minore, che ha comportato un allontanamento dalla Germania. Se nel 2016 tra i due Paesi c’erano meno di 20 miliardi di euro di differenza nella spesa per l’istruzione, in favore di Berlino, si è giunti ai quasi 50 miliardi del 2022.

Il dato importante: il rapporto con il Pil

I dati di spesa assoluti non sono però così importanti. Un grande Stato come la Germania, ad esempio, raccoglie molte più tasse di uno più piccolo o con un’economia meno sviluppata. Può quindi permettersi di spendere di più in valore assoluto. Il dato che rende l’idea di quanto un Paese spenda in un determinato ambito, come l’istruzione, è il rapporto di questa spesa con il Pil, la ricchezza prodotta in un anno.

Se si prende questo dato, la classifica dei primi cinque Stati in Europa per spesa pubblica nell’istruzione cambia:

  1. Francia, 5,8% del Pil;
  2. Paesi Bassi, 5,7% del Pil;
  3. Germania, 5,3% del Pil;
  4. Spagna, 4,9% del Pil;
  5. Italia, 4,1% del Pil.

I leader della Nato

Da questo dato si capisce che l’Italia spende molto meno per l’istruzione rispetto ad altri grandi Paesi dell’Ue. Emerge però anche un altro dato importante, considerando i recenti accordi presi all’interno della Nato.

Difesa contro istruzione, per cosa si spende di più

Nell’ultimo incontro tra i leader dei Paesi Nato all’Aia, su pressione di Donald Trump, è stato decretato che entro il 2035 i Paesi dell’alleanza dovranno portare la propria spesa militare al 5% del Pil.

Di conseguenza, se i dati sulla spesa per l’istruzione dovessero rimanere gli stessi, l’Italia sarebbe l’unico tra i grandi Paesi europei a spendere più in armamenti e infrastrutture per la difesa che nell’istruzione. Ci sarebbe l’eccezione della Spagna, che però oltre a essere praticamente al 5% del Pil per la spesa nell’istruzione, ha anche ottenuto una deroga speciale dalla Nato.