Istat, risparmi degli italiani ai minimi storici: mai così bassa dal 1995

Gli italiani fanno sempre più fatica ad accantonare i loro risparmi: questa è la fotografia dell'Istat, che sottolinea come anche il potere d'acquisto sia ai minimi storici

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’equilibrio tra reddito e risparmio è da sempre una pietra miliare della salute economica di un individuo e di una nazione, soprattutto per gli italiani, da sempre considerati le “formiche” d’Europa. Negli ultimi anni però, nonostante un aumento del reddito disponibile, i cittadini stanno lottando per mettere da parte una fetta significativa dei loro guadagni.

Questo trend, evidenziato dal rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), fa riflettere sulla stabilità finanziaria delle famiglie e sulle implicazioni per l’economia nazionale nel suo complesso.

Istat, gli italiani non riescono più a risparmiare

Ma ecco i dati nel dettaglio. Nel corso del 2023, le famiglie italiane hanno dovuto far fronte a un aumento significativo delle tasse, con un incremento di 24,6 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, come riportato dall’Istat. Questo aumento è stato principalmente guidato dalla crescita dell’Irpef (+10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (+23,0%).

Nel 2023 il reddito primario delle famiglie è aumentato di 75,2 miliardi di euro (+5,6%), con un apporto positivo generato dai redditi da lavoro dipendente (+35,7 miliardi di euro, +4,5%), dai redditi derivanti dall’attività imprenditoriale (+18,6 miliardi di euro, +5,4%), dai redditi imputati per l’utilizzo delle abitazioni di proprietà (+10,2 miliardi di euro, +6,7%) e dai redditi da capitale finanziario (+10,7 miliardi di euro, +17,6%).

Ma il saldo degli interventi redistributivi ha comportato una perdita per le famiglie pari a 118,8 miliardi di euro, con un aumento di 16,5 miliardi rispetto al 2022. Le imprese, d’altra parte, hanno registrato un aumento delle imposte sulla produzione di 2,2 miliardi di euro (+7,5%) nello stesso periodo.

Risparmio delle famiglie: dal 1995 mai così basso

Nonostante un aumento del 4,7% del reddito disponibile delle famiglie nel 2023, il potere d’acquisto è diminuito dello 0,5% al netto dell’inflazione. La spesa per consumi finali è cresciuta del 6,5%, mentre la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 6,3%, raggiungendo il minimo storico dal 1995. Il tasso di investimento delle famiglie si è attestato al 9,0%, in calo rispetto al 9,2% del 2022, mentre il tasso di profitto delle imprese è sceso al 44,8%, nonostante una crescita del valore aggiunto del 6,2%.

Nel 2023 aiuti alle imprese per 55,2 miliardi di euro

Le imprese italiane hanno continuato a beneficiare di sostegni significativi per l’attività produttiva nel 2023, ricevendo 23,8 miliardi di euro di contributi alla produzione (-12,1% rispetto al 2022) e 31,4 miliardi di euro di contributi agli investimenti, di cui una parte sostanziale è legata al Piano Transizione 4.0. Complessivamente, il totale degli aiuti, erogati sia dall’Italia che dalle istituzioni europee, è stato di 55,2 miliardi di euro, come evidenziato dall’Istat.

Perché non si riesce più a risparmiare?

Gli italiani stanno affrontando una sfida crescente nel risparmio a causa di diversi fattori economici che hanno contribuito a rendere sempre più difficile mettere da parte una quota significativa dei loro guadagni.

L’aumento generalizzato dei prezzi ha comportato un aumento del costo del denaro, oltre all’aumento dei tassi di interesse rialzati dalla Banca Centrale Europea (Bce). Questo fenomeno ha contribuito a erodere il potere d’acquisto dei cittadini italiani, poiché i salari non sono stati adeguatamente aumentati per compensare l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. Di conseguenza, le famiglie si trovano a dover spendere di più per soddisfare le loro esigenze quotidiane, mentre mettono da parte sempre meno denaro.

Questo trend è evidente osservando l’andamento del tasso di risparmio nel corso degli anni, che dal 2010 in avanti è rimasto costantemente al di sotto del 9%, ad eccezione del biennio pandemico del 2020-2021, durante il quale, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, la propensione al risparmio è temporaneamente aumentata, raggiungendo il 15,6% e il 13,6%.