Verso la riforma dell’Isee, il governo lavora per ridurre i costi della prima casa

Nei prossimi giorni si aspetta un tavolo interministeriale per approfondire la questione e per capire come ridurre i costi sulla prima casa

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il dibattito intorno alla revisione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) si fa sempre più incalzante. Il governo infatti sembra orientato a ridurre il peso attualmente attribuito alla prima casa e a rivedere la scala di equivalenza per favorire maggiormente le famiglie con figli.

L’iniziativa è stata oggetto di discussione tra il viceministro Maria Teresa Bellucci, responsabile del Ministero del Lavoro, Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, e il presidente del Forum delle associazioni familiari, Adriano Bordignon, in un incontro tenutosi mercoledì 14 febbraio scorso.

Le dichiarazioni dei viceministri: la nota

In una nota congiunta, i viceministri Bellucci e Leo hanno spiegato che insieme al Forum delle famiglie hanno avviato un tavolo di lavoro interministeriale per esaminare e rivedere alcuni aspetti della disciplina Isee che impattano negativamente sulla vita delle famiglie. “Il tavolo tornerà a riunirsi molto presto. Dobbiamo lavorare – hanno sottolineato – in una direzione che coniughi semplificazione, efficacia e tecnologia, garantendo a tutte le famiglie che ne hanno bisogno di poter usufruire di uno strumento fondamentale per la piena realizzazione delle politiche di welfare”.

L’obiettivo della riforma è rendere l’indicatore il più possibile rispondente agli effettivi livelli di reddito delle famiglie, considerando preferibilmente il reddito netto anziché quello lordo. Bordignon ha evidenziato l’urgenza di una riforma dell’Isee, richiesta da anni dal Forum delle Associazioni Familiari, che ha segnalato numerosi limiti soprattutto riguardo alle scale di equivalenza, al peso della prima casa e all’utilizzo dei redditi netti anziché lordi.

Quanto costerebbe la riforma dell’Isee

Il costo della riforma per lo Stato è stimato in centinaia di milioni di euro; pertanto, i margini di intervento e l’eventuale ampliamento della platea dei beneficiari dipenderanno dalle risorse disponibili, una valutazione che spetterà al Ministero dell’Economia. Bordignon ha confermato che i viceministri hanno chiesto al Forum la disponibilità di mettere a disposizione tutte le istanze delle famiglie italiane, raccogliendo criticità e proposte che potrebbero contribuire al lavoro del tavolo tecnico istituito per la riforma dell’Isee.

Abbassare il peso della prima casa è la priorità

Il governo sembra concentrarsi principalmente sulla riduzione del peso attribuito alla prima casa. Il tavolo istituito ha anche l’obiettivo di individuare eventuali fonti di finanziamento per questa riforma. La norma di riferimento dell’Isee è il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 159/2013.

Il valore della prima casa, attualmente incluso nel calcolo del patrimonio immobiliare che a sua volta incide sul reddito equivalente, presenta delle criticità che possono penalizzare determinate tipologie di famiglie. Questo sistema può risultare svantaggioso per coloro che possiedono una casa di modesto valore, ma si trovano in zone ad alta pressione immobiliare, o che hanno ereditato una casa di famiglia.

Al fine di evitare distorsioni nella reale situazione economica delle famiglie, il governo sta considerando l’introduzione di una soglia di esclusione o una riduzione del valore della prima casa ai fini dell’Isee. Lavoro tutt’altro che semplice, visto che il tavolo interministeriale incaricato di questa riforma, come già accennato poc’anzi, dovrà anche individuare le eventuali fonti di finanziamento per compensare la riduzione delle entrate che potrebbe derivare per lo Stato e gli enti locali da questa modifica.