Oro ai massimi storici, ecco dove può arrivare entro il 2025

E' quanto emerge da una analisi condotta da Nitesh Shah, Head of Commodities and Macroeconomic Research di WisdomTree Investments, sulla performance passata dell'oro e sulle prospettive del metallo

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

L’oro ha ripetutamente aggiornato i suoi massimi storici in primavera e sosta oltre i 2.300 dollari. Sul mercato future del Comex, il prezzo dell’oro si è mosso, anche questa mattina, in una banda di oscillazione fra 2.340 e 2.360 dollari, confermando una performance del +13,5% da inizio anno. Ma cosa spinge le quotazioni del metallo prezioso? E quanto potrà durare questa performance?
Una analisi di Nitesh Shah, Head of Commodities and Macroeconomic Research della società di investimento londinese WisdomTree Investments mette in luce le correlazioni ed i punti di forza dell’oro.

Una performance attesa

“I prezzi hanno raggiunto diversi nuovi massimi a marzo e aprile 2024, nonostante la solidità dei dati economici e lo slittamento delle aspettative del mercato in merito al prossimo taglio dei tassi negli Stati Uniti“, spiega l’esperto, aggiungendo “molti analisti sono rimasti perplessi di fronte all’improvviso aumento e si chiedono se questo sia sostenibile. Il nostro modello mostra che quanto avvenuto è in linea con i fondamentali dell’oro”.

Secondo WisdomTree, i dati sull’inflazione di marzo “più incisivi del previsto” sostengono certamente la forza del prezzo della commodity, che in periodi di inflazione elevata rappresenta una stabile riserva di valore. Infatti, l’apprezzamento del dollaro statunitense e l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, conseguenti alle riviste aspettative sulla politica della Fed, agiscono da freno per l’oro, controbilanciato solo da un’inflazione più elevata.

Il metallo poi ha assistito ad un “miglioramento del sentiment degli investitori”, con un numero di posizioni speculative nette “in linea” con la media quinquennale, il che “non indicherebbe un’eccessiva tensione”. Inoltre,  gli investitori in ETP continuano a non partecipare al rally sebbene i deflussi siano rallentati e si siano riscontrate prese di profitto dovute al forte aumento dei prezzi.

I fondamentali dell’oro

Secondo il World Gold Council, le banche centrali hanno continuato ad acquistare oro a livelli piuttosto elevati. L’ultimo Gold Demand Trend del 1° trimestre rivela che le banche centrali e il mercato non regolamentato (OTC) hanno sostenuto la domanda di oro, che è cresciuta del 3% a 1.238 tonnellate includendo anche gli acquisti da OTC.

Le banche centrali ed altri soggetti istituzionali hanno acquistato quasi 290 tonnellate di oro, in aumento dell’1% rispetto ai livelli record del 2023.

Le partecipazioni globali in ETF sull’oro invece hanno registrato deflussi per circa 114 tonnellate. Sia l’Europa che il Nord America hanno registrato deflussi trimestrali, leggermente controbilanciati da afflussi verso prodotti quotati in Asia. I fondi quotati negli Stati Uniti hanno registrato uno spostamento positivo verso la fine del trimestre.

L’Outlook per l’oro

Le aspettative della casa d’affari londinese sull’oro prevedono uno scenario di base, che tiene conto della media dei pareri del Bloomberg Survey of Professional Economists ed ipotizza che l’inflazione continui a scendere (pur restando al di sopra dell’obiettivo delle banche centrali), che il dollaro si deprezzi ulteriormente e che i rendimenti obbligazionari diminuiscano. La previsione si basa sull’inizio dei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve a luglio 2024 e sulla relativa fine nel 1° trimestre del 2025, con una riduzione di 100 punti base rispetto al 1° trimestre del 2024. In questo quadro l’oro raggiungerebbe i 2.500 dollari l’oncia entro il primo trimestre del 2025, nettamente al di sopra del massimo raggiunto ad aprile 2024, anche se i prezzi potrebbero scendere nei prossimi mesi, prima di raggiungere tale picco.

Esiste poi uno scenario rialzista, in base al quale l’inflazione rimarrebbe bloccata a un livello più elevato, ma  la Federal Reserve inizierebbe comunque il suo ciclo di tagli. Nel frattempo, i notevoli rischi geopolitici e i timori di errori politici potrebbero mantenere alto il sentiment degli investitori nei confronti dell’oro (numero di posizioni speculative). In uno scenario di questo tipo, l’oro potrebbe raggiungere anche la soglia di 2.750 dollari l’oncia entro il primo trimestre del 2025.

Lo scenario ribassista, infine, vedrebbe una Federal Reserve riluttante a tagliare i tassi, un’inflazione che scende più rapidamente, un apprezzamento del dollaro USA ed un calo più limitato dei rendimenti obbligazionari. Anche i rischi geopolitici si attenuerebbero, facendo scendere le posizioni speculative sull’oro. In questa situazione, l’oro potrebbe ritracciare a 1.910 dollari l’ oncia entro il 2° trimestre 2024, ritornando ai livelli di ottobre 2023, prima di risalire a 2.030 dollari entro il 1° trimestre del 2025.