Rallenta l’inflazione dell’1% e salgono le stime sul Pil: i dati di Confcommercio

Sono positivi i dati del primo trimestre del 2024: il Pil aumenta dello 0,3% e rallenta anche l'inflazione

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Confcommercio ha rivisto al rialzo le sue previsioni sull’economia italiana. Secondo i dati dell’ultima congiuntura dell’associazione, nel primo trimestre 2024 il Pil ha registrato una crescita dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2023 (+0,1% la precedente stima) e dello 0,5% rispetto al primo trimestre dello scorso anno (+0,3% la precedente stima).

L’organismo prevede inoltre che dopo la risalita dell’inflazione a marzo all’1,2%, questa dovrebbe rallentare ad aprile all’1,0%.

La crescita del Pil

Secondo gli ultimi dati, i primi mesi del 2024 hanno mostrato alcuni elementi positivi nonostante ci sia ancora molta incertezza sul futuro. Questi segnali positivi hanno portato a una revisione al rialzo delle prospettive per il primo trimestre.

Per questo, la stima di crescita del Pil per Confcommercio è stata rivista al rialzo: si prevede un aumento dello 0,3%, rispetto allo 0,1% stimato nella precedente analisi, con l’andamento annuo che passerebbe da +0,3% a +0,5%. “Il raggiungimento di obiettivi medi annui intorno all’1% resta difficile, ma non impossibile”, ha dichiarato il responsabile dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. “Secondo le nostre stime, ad aprile il Pil è atteso registrare, nel confronto con marzo, una crescita dello 0,1%. Su base annua, la variazione si porterebbe all’1,2%”.

Le indicazioni più incoraggianti continuano a provenire dal settore occupazionale e dai servizi nel loro complesso. Dopo la significativa contrazione registrata a gennaio, la produzione industriale sembra aver iniziato a mostrare segnali di miglioramento, con aspettative di una crescita moderata da parte delle imprese. Il calo osservato a marzo nel sentiment delle famiglie riflette un atteggiamento prudente nei confronti dei consumi.

Le tendenze dei prezzi a consumo

A marzo 2024, l‘Indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) ha registrato una crescita dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo dato segue un bimestre che, secondo le ultime informazioni disponibili, ha mostrato un andamento più positivo rispetto alle stime iniziali. L’aumento di marzo è il risultato di una crescita della domanda di servizi (+2,7% rispetto all’anno precedente), compensata da una diminuzione della domanda di beni (-0,5%).

“Nella media del primo trimestre si registra una variazione dell’1,1% (tenendo conto anche del diverso numero di giorni), con una crescita dei servizi del 2,9% e un incremento della domanda di beni dello 0,4%”.

Gli andamenti osservati a marzo 2024 presentano alcune differenze rispetto alle tendenze più recenti. In particolare, nel settore dell’automotive si registra una diminuzione della domanda (-5,4%) dopo più di un anno di crescita. Un calo che potrebbe essere causato dai ritardi nell’attuazione degli incentivi, che hanno spinto le famiglie a rinviare gli acquisti. Le spese per l’alimentazione domestica hanno invece registrato un aumento (+1,6%) dopo un periodo di stagnazione.

Restano in territorio positivo i settori dei trasporti aerei (+12,9%), dei servizi ricreativi (+3,2%) e dei consumi legati al turismo (+2,9%). È importante notare che all’interno di quest’ultimo settore, il principale contributo proviene ancora dalla domanda estera.

A marzo, la domanda di abbigliamento e calzature è debolmente negativa (-0,2%), mentre persistono le difficoltà nel settore dei mobili e dell’arredamento per la casa (-0,8%). Dopo alcuni mesi favorevoli, si registra una diminuzione degli acquisti di elettrodomestici (-1,3%) e di energia (-1,6%).

Previsto un rallentamento dell’inflazione

Segnali positivi continuano a provenire dal versante dell’inflazione che dopo la risalita di marzo (+1,2% tendenziale)
prevediamo in rallentamento ad aprile (+1,0% nel confronto annuo). In particolare, si confermano in ulteriore
“raffreddamento” i prezzi degli alimentari la cui dinamica si sta progressivamente avvicinando al dato generale

“Il permanere dell’inflazione sui valori che la nostra economia aveva sperimentato negli anni precedenti alla fiammata registrata tra la fine del 2021 e gli ultimi mesi del 2022, soprattutto per i beni acquistati con maggior frequenza, è una delle premesse per spingere le famiglie a moderati miglioramenti dal lato della domanda – spiega Confcommercio – Andamento che potrebbe essere favorito anche dal permanere di dinamiche occupazionali debolmente positive e dai recuperi di reddito generati dai rinnovi contrattuali”.