Non solo caro voli: le spese extra in aereo sono da record

Ricavi da record per le compagnie low cost che con i servizi optional mettono in tasca un bel gruzzoletto: ecco quanto valgono gli extra per i vettori

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Nell’anno in cui il caro voli ha tenuto banco anche tra le aule del Parlamento, con un provvedimento inizialmente varato e successivamente ritrattato dopo le minacce delle compagnie low cost, a pesare particolarmente nei viaggi non è soltanto il costo dei biglietti. Infatti, secondo le ultime indagini, i vettori possono vantare un 2023 da record per gli incassi extra, ovvero per tutti quei servizi considerati secondari al viaggio stesso, ma che poi così “secondi” non sono. Parliamo di optional come l’imbarco prioritario, la scelta del posto, il bagaglio in stiva, il pasto a bordo o il collegamento Wi-Fi in alta quota.

Extra in aereo salati, quanto costano

A fotografare l’attuale situazione favorevole delle compagnie aeree low cost, che poi tanto low cost non sono, è stata IdeaWorksCompany che in collaborazione con CarTrawler ha fatto i conti in tasca alle grandi dei viaggi. E ne è emerso uno scenario incredibile, con miliardi di ricavi extra.

Alla base c’è il cosiddetto fenomeno dello spacchettamento del biglietto aereo, ovvero la volontà delle compagnie di dividere dal costo del biglietto i servizi che una volta era garanti, come il bagaglio a mano o il posto assegnato. E il costo di questi servizi è balzato alle stelle nell’ultimo periodo, con numeri da brividi.

Secondo le stime, infatti, nel solo 2023 sono stati 118 i miliardi di profitti extra “ancillari”, con un balzo rispetto al 2019 del 7,7%. Riferimento, infatti, è l’anno pre pandemia perché i comportamenti d’acquisto durante l’emergenza Covid sono cambiati e i viaggiatori hanno acquistato volentieri le comodità extra offerte. Il 2019 era già anno dei record, ma il 2023 “normalizzato” ha cambiato tutto.

Le low cost, infatti, hanno trovato i modi più incredibili per avere servizi aggiuntivi, come per esempio la cappelliera a noleggio, e il 2023 è stato l’ennesimo anno di crescita dei ricavi. Un trend che va avanti dal 2014 e che, almeno per il momento, pare non avere un freno.

Chi guadagna di più dai ricavi extra

Dall’indagine di IdeaWorksCompany e CarTrawler emerge quindi che i ricavi extra provengono da tre canali. Il primo è quello legato alla spesa diretta del passeggero per acquistare un servizio come l’imbarco prioritario o la scelta del posto. Il secondo è rappresentato dalle commissioni sulle vendite dei prodotti legati ai viaggi, come gli hotel, il noleggio auto e le assicurazioni. L’ultimo è relativo ai programmi frequent flyer.

E tra le compagnie quella ad approfittarne più di tutte, secondo lo studio, è l’ungherese Wizz Air che nel 2023 ha registrato 3,05 miliardi di ricavi passeggeri, col 42% dalla vendita degli extra. Nello stesso periodo di tempo Ryanair, che è il primo vettore low cost d’Europa e secondo nel mondo, ha visto i ricavi ancillari rappresentare il 29% dei suoi 8,58 miliardi di euro di entrate.

Con l’apertura alla possibilità di avere il bagaglio a mano gratis potrebbero presto venire meno delle fonti di guadagno per le compagnie. Ma il trend è lontano dall’esaurirsi, anche perché per ogni offerta vantaggiosa sui voli le low cost tolgono sempre più servizi “optional” che alla fine, volente o nolente, il viaggiatore acquisterà per non trasformare in stress un viaggio pensato per rilassarsi.