Il governo Meloni ha un problema col prezzo della benzina. Ecco perché

Rimesse le accise sui carburanti, i prezzi sono schizati verso l'alto. Garante eGuardia di Finanza allertati, ma al momento non ci sarebbero evidenze di speculazioni diffuse.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha un grosso problema legato al prezzo dei carburanti, in evidente rialzo dopo che l’esecutivo ha deciso di non confermare in Manovra il taglio delle accise introdotto a suo tempo da Mario Draghi. Un problema economico per i consumatori e politico per la presidente del Consiglio. Che dall’opposizione si era sempre scagliata contro le accise e la necessità di eliminarle, ma che ora si trova a fare i conti con la coperta corta dei numeri.

Allarme prezzi, la denuncia Codacons

Il Codacons registra listini record in alcune zone d’Italia. In base agli ultimi dati disponibili, sull’isola di Vulcano il gasolio ha raggiunto quota 2,349 euro al litro in modalità servito, 2,239 euro/litro la benzina. A La Maddalena, in Sardegna, la benzina sale a 2,087 euro al litro, 2,229 euro il gasolio. A Ischia un litro di verde costa oggi 2,054 euro, il diesel vola a 2,104 euro.

Proibitivi i prezzi in autostrada, dove in modalità servito la benzina arriva a costare 2,392 euro/litro sulla A1 Roma-Milano, e il gasolio viaggia verso 2,5 euro al litro (2,479 euro); sulla Autostrada A4 Brescia-Padova benzina a 2,384 euro/litro, diesel 2,449 euro/litro, rileva il Codacons nel suo monitoraggio.

“I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere – afferma il presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini”.

I controlli

Per evitare eventuali fenomeni speculativi sui prezzi dei carburanti su strade e autostrade a seguito dello stop degli sconti sulle accise, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già dato mandato, lo scorso dicembre, alla Guardia di Finanza di monitorare la situazione e nei prossimi giorni verranno resi noti i risultati dei controlli effettuati. Lo confermano fonti del Mef.

Finora, tuttavia, al ministero di Via XX Settembre non ci sarebbero evidenze di fenomeni speculativi diffusi. Ad attivarsi, del resto, è stato anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, chiedendo “al Garante un monitoraggio con la collaborazione della Guardia di Finanza per evidenziare subito ogni anomalia”.

Problema politico

Al momento il governo non è orientato a tornare indietro sulle accise, certo quello del prezzo dei carburanti rischia di trasformarsi in un boomerang per la Meloni, che dai banchi dell’opposizione aveva sempre tuonato contro le accise. “Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse dello Stato italiano compromettano così la nostra economia”, tuonava Meloni. “Quando io faccio 50 euro di benzina, il grosso deve finire nella mia macchina, non in quella dello Stato. È una vergogna che su 50 euro, 35 vadano allo Stato“.

Non per nulla i rincari destano la preoccupazione per intere categorie anche ‘vicine’ al governo di destra, come Coldiretti e i tassisti. “Chiediamo alla premier Meloni di convocare subito un tavolo emergenziale sui carburanti convocando le associazioni dei consumatori, le società petrolifere, i gestori e tutte le parti coinvolte”, spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.