Il Giappone evita la recessione prevista dai dati: come ha fatto e perché riguarda l’Italia

Niente recessione tecnica per il Giappone, che cresce più del previsto dell'ultimo trimestre del 2023

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Sorpresa dal Giappone, che con i dati economici diffusi lunedì 11 marzo e relativi all’ultimo trimestre del 2023 smentisce le previsioni dello stesso governo di Tokyo e cresce dello 0,4%, evitando la recessione tecnica. Un risultato inatteso dall’esecutivo ma comunque ritenuto sotto le aspettative da alcuni economisti.

Il Giappone è in un momento complesso dal punto di vista economico e politico. Il governo è stato colpito da una serie di scandali e il Paese ha un rapporto complesso con l’inflazione. Di recente, con una visita ufficiale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Italia si è ulteriormente avvicinata all’alleato orientale, sancendo l’allontanamento dalla Cina dopo la fine del memorandum sulla Via della Seta.

Il Giappone evita la recessione tecnica: i dati

Nel quarto trimestre del 2023, quello che va da ottobre a dicembre, il Pil del Giappone è cresciuto dello 0,4%. Il governo aveva stimato invece un calo dell’economia dello 0,4% soltanto poche settimane fa, il 15 febbraio. Un risultato quindi inatteso, almeno dalle istituzioni. Gli osservatori al contrario avevano previsto un aumento del Pil dell’1%.

Questo dato rimane però molto importante, perché impedisce al Paese di vedere il proprio Prodotto interno lordo calare per il secondo trimestre di fila. Nel terzo trimestre, quello che va da luglio a settembre, il Giappone aveva rallentato e il Pil era sceso dello 0,5%. Quando un’economia si contrae per due trimestri consecutivi entra ufficialmente in recessione tecnica. Gli economisti considerano solitamente questo dato indicativo di un problema di fondo e non di situazioni momentanee.

Il motivo di questa inversione di tendenza sono quelle che in gergo son chiamate spese in conto capitale. Questo termine si riferisce di fatto agli investimenti delle aziende ed esclude tutte le spese dei privati. Negli ultimi tre mesi del 2023 in Giappone questo dato è cresciuto del 2% rispetto a quello precedente, contro una flessione prevista dello 0,1%. Altri dati però sono molto meno positivi e riguardano i consumi delle persone.

Nell’ultima parte dello scorso anno i consumi interni giapponesi sono calati dello 0,3%, un dato peggiori delle previsioni di calo dello 0,2%, anche se di poco. Per questa ragione la crescita economica del Giappone, che nel corso del 2023 si è attestata quindi al +1,9%, dopo il +1% del 2022, rimane fragile. Le spese dei cittadini all’interno dei confini nazionali contano infatti ancora per circa il 50% del Pil della nazione, una situazione che l’inflazione non rende più semplice.

I nuovi rapporti economici tra Italia e Giappone

La situazione economica del Giappone riguarda in parte anche l’Italia. Di recente infatti il nostro Paese ha stretto nuovi legami con Tokyo, sanciti anche da una visita della premier Giorgia Meloni all’inizio di febbraio. Una collaborazione resa possibile dalla fine del memorandum sulla Via della Seta firmato dall’Italia nel 2019 e scaduto, senza essere rinnovato, nel 2023.

L’allontanamento dell’Italia da Pechino ha riaperto un canale di comunicazione privilegiato con il Giappone: “La collaborazione fra Italia e Giappone si sta espandendo su tutti i fronti e il mio obiettivo per i prossimi anni è quello di sostenere questo importante rilancio. Penso in particolare al lancio di un meccanismo strutturato di consultazione politica e di sicurezza, al rafforzamento dei partenariati industriali soprattutto nei settori ad alta tecnologia e all’attuazione di progetti congiunti di ricerca scientifica” aveva dichiarato in quell’occasione la presidente del Consiglio.