Fragole, aumentati i prezzi del 30% in 5 anni, ma i consumi sono sempre più in calo

La metà delle coltivazioni di fragole si concentra in Campania e Basilicata, con poco più di 1.000 ettari piantumati a testa

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Negli ultimi cinque anni, i prezzi al dettaglio delle fragole sono aumentati del 30%, mentre le superfici coltivate sono rimaste sostanzialmente stabili e le importazioni sono state quasi dimezzate. Sebbene l’analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter dipinga un quadro piuttosto positivo, i volumi di vendita attraverso i vari canali hanno registrato un calo del 6% nell’ultimo anno. Questo non è motivo di preoccupazione immediata, ma richiede un’attenzione particolare da parte degli attori della filiera. Negli ultimi tempi, la filiera è stata in grado di rinnovarsi soprattutto dal punto di vista della produttività, introducendo varietà di fragole di migliore qualità e performance.

La coltivazione in Italia

Nel 2024, il CSO Italy riporta un panorama produttivo nazionale sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, con una lieve diminuzione delle superfici coltivate (-1%), che si attestano quindi a 4.070 ettari. La metà delle coltivazioni di fragole si trova principalmente in Campania e Basilicata, dove la leadership produttiva è equamente distribuita, con poco più di 1.000 ettari coltivati in ciascuna regione. Al terzo posto, con circa un terzo delle superfici rispetto alle prime due regioni, si colloca la Sicilia, seguita a breve distanza dal Veneto, la principale regione del Nord Italia. La classifica si completa con Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Piemonte e Calabria.

Si conferma quindi il predominio del Sud Italia, dove oltre i due terzi delle superfici sono concentrate, mentre nel Nord della Penisola gli ettari coltivati non superano quota 1.000, con una tendenza leggermente negativa, ad eccezione del Veneto. Per quanto riguarda i volumi, l’Istat registra negli ultimi tre anni una media di 110.000 tonnellate senza variazioni significative, con una leggera dinamicità legata alla stagionalità.

Crescono i prezzi, soprattutto nei discount

Dalle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter basate sui dati dell’Osservatorio Ismea-Nielsen, è possibile osservare l’andamento dei principali canali di vendita per gli acquisti domestici nel periodo 2019-2023. Nel 2020, anno del Covid, si è registrata una flessione delle vendite per tutti i canali tranne quello tradizionale, segnando un trend opposto rispetto a prodotti come patate e banane, confermando che la fragola è un prodotto ad acquisto d’impulso e non programmato. Dopo la pandemia, i volumi di vendita sono tornati a crescere fino al 2022, soprattutto nei discount (+14%), ma nel 2023 si è verificato un calo complessivo del 6%.

I prezzi, invece, hanno mostrato una costante crescita nel periodo considerato, ad eccezione del dettaglio tradizionale, con il 2023 che ha chiuso con un aumento del 32% rispetto al 2019. In particolare, il canale discount ha registrato l’incremento più significativo dei prezzi con un robusto +46%, superando Iper+Super di 17 punti percentuali. Dal 2014 al 2019, con un aumento medio annuo di circa 3 punti percentuali, e dal 2019 al 2023, dove il ritmo di crescita si è raddoppiato al 7%, con un ulteriore balzo nell’ultimo anno a causa della carenza dell’offerta.

Questo aumento dei prezzi è una diretta conseguenza dell’innalzamento qualitativo delle fragole italiane, fattore cruciale per un prodotto ad acquisto d’impulso. Tuttavia, in un contesto di crisi dei consumi e inflazione, si rischia di perdere quote di mercato in termini di volume, come dimostra il 2023. È quindi importante capire se questo trend sia irreversibile o se ci sono modi per cambiare rotta. Cercheremo di rispondere a questa domanda durante la diretta sui nostri canali social la prossima settimana, con il contributo di operatori qualificati del settore.