Unicredit: alzate le stime di utile 2024. Commerzbank? Solo un investimento

Il manager ha spiegato che l'utile terrà conto delle possibili acquisizioni e che per ora Commerzbank è solo un investimento come altri

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Redazione

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Pubblicato: 25 Settembre 2024 16:16

Unicredit rivede al rialzo le previsioni di utile per l’anno in corso e fa un passo di lato sulla possibilità di acquisire la tedesca Commerzbank, che Berlino ha difeso strenuamente, tacciando la mossa della banca italiana come unna operazione “ostile” e “non corretta”. Una evoluzione che non sembra intimorire Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, che tira dritto, cullando la speranza di trovare una buona opportunità di espansione, ora o più avanti.

Orcel annuncia rialzo stime utile 2024

Parlando nel corso della Financials Ceo Conference di Bank of America, il Ceo Andrea Orcel, ha annunciato che l’utile netto di Unicredit supererà i 9 miliardi di euro a fine 2024, al di sopra degli 8,5 miliardi della guidance precedente e degli 8,6 miliardi di fine 2023.

Il manager si è detto “fiducioso” che, al netto degli investimenti, la banca raggiunga un utile di 10 miliardi, una cifra “pulita”, escludendo ovviamente le DTA (imposte differite attive). “Abbiamo detto che faremo investimenti e siamo più vicini alla fine dell’anno – ha aggiunto – quindi abbiamo più visibilità su cosa possono essere questi investimenti”.

Commerzbank per ora è solo un’opportunità e poi?

Per Orcel, “Commerzbank al momento è un investimento e niente altro” e, come semplice investitore, non intende chiedere rappresentanti nel Board dell’Istituto tedesco. “Il pubblico dovrebbe concepirlo come un investimento: non c’è un’offerta, Unicredit è un investitore”, ha chiarito il manager, spiegando che sarà possibile fare “qualcosa” di più “grande” solo se entrambe le banche saranno d’accordo.

Il Ceo di Unicredit vede tre possibilità per il futuro: la prima è “restare come stiamo, sperando che si realizzi il valore inespresso che riteniamo ci sia”; la seconda ipotesi è che “in questo percorso troviamo un modo per fare qualcosa insieme di più grande, ma entrambe le parti devono essere d’accordo”; la terza opzione è “vendere” una volta che l’investimento sarà redditizio.

“Abbiamo preso un un po’ di capitale che aspettava di essere distribuito e abbiamo cercato di farci qualcosa più grande.- ha sottolineato il manager . Se non si può tornerà nel nostro capitale. E’ molto importante che la gente capisca che non c’è uno scenario predominante qui“.

“Qualsiasi strada abbiamo davanti richiede di continuare il dialogo e avere un dialogo”, ha concluso il Ceo, precisando che la priorità è mantenere un “dialogo costruttivo con tutti gli stakeholders”.

Scope Ratings: senza il supporto di Berlino salta tutto

Secondo uno studio di Scope Ratings, l’agenzia di rating europea, Unicredit non riuscirà a rilevare Commerzbank senza l’approvazione del governo tedesco. L’analista che ha condotto lo studio, Alessandro Boratti,si è detto “scettico” sul fatto che l’aumento della partecipazione ad un soffio dalla soglia di OPA del 30% “segnali un tentativo immediato di acquisizione”.

Ma cosa ne pensa l’agenzia del futuro? Scope Ratings ritiene che l’approccio “cauto” di Unicredit appaia “sensato” e che l’operazioni non si configuri tanto come un’acquisizione transfrontaliera, quanto piuttosto come un’aggregazione domestica fra Commerzbank e HypoVereinsbank (HVB) controllata da UniCredit, che “presenta numerosi vantaggi”. “Continuiamo a credere che la logica del consolidamento interno superi la logica dei grandi accordi internazionali. – afferma Boratti – Senza una piena unione bancaria europea, le limitate sinergie di capitale e di finanziamento continueranno a limitare i benefici degli accordi transfrontalieri, che offrono anche minori ricavi e benefici in termini di costi”.

Però, secondo Scope Ratings, UniCredit eserciterà una “influenza sostanziale” su Commerzbank e potrà agire come azionista di blocco, condizionandone la strategia. E potrebbe anche adottare un approccio attendista, magari cercando il sostegno delle istituzioni europee, che si sono già espresse a favore del consolidamento transfrontaliero.