E’ immediata e secca la smentita di John Elkann, Ceo di EXOR, la cassaforte della famiglia Agnelli, in merito ai rumors relativi ad una ipotesi fusione o alleanza fra Stellantis (unione fra Fiat e Peugeot) e Renault.
Voci di mercato, rimbalzate sulla stampa nazionale alla fine del weekend, avevano infatti ipotizzano una partnership o addirittura una fusione fra i due Gruppi, sebbene la prima ipotesi apparisse la più persuasiva. Un’operazione che – secondo le voci di mercato – puntava alla creazione di un grande gruppo italo-francese sul modello di Airbus, per reggere alla competizione contro l’agguerrita concorrenza cinese e competere in un mercato elettrificato.
Ma Elkann ha ribadito che “non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori” e che “la società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico “Dare forward” e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l’attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia”.
Eppure gli operatori d’Oltralpe avevano subito scommesso su questa ipotesi, spingendo le azioni della Renault, quotate a Parigi, a guadagnare oltre il 3% (ora lo 0,85%) , mentre appariva più prudente Stellantis con un -0,31% sulla piazza di Milano.
L’unione fa la forza
Giusto un paio di giorni fa il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, in una intervista a Bloomberg, aveva parlato della necessità di un consolidamento del settore automotive e della possibilità di operazioni di M&A che potessero coinvolgere la stessa Stellantis.
“L’ampiezza dell’offensiva cinese, la competitività che possono dimostrare e l’arrivo massiccio delle loro migliori case automobilistiche rappresentano un cambiamento significativo”, aveva sottolineato Tavares, rimarcando che di fronte a questa competizione è necessario produrre auto BEV a costi competitivi e “questo significa che dobbiamo essere in forma e pronti. Se queste opportunità dovessero concretizzarsi, vogliamo far parte di questo consolidamento. Quelli che non hanno fatto i compiti per ridurre i costi sono quelli che si metteranno nei guai”.
La polemica con il governo Meloni
Nello stesso tempo, Tavares non aveva nascosto una cerca stizza nei confronti della Premier Giorgia Meloni, che aveva criticato la decisione del Gruppo di ridurre la produzione in Italia e spostare gli stabilimenti all’estero. Il manager aveva apertamente criticato la linea di questo governo, che non ha offerto incentivi per le auto elettriche, mettendo a rischio la sopravvivenza di stabilimenti come la Mirafiori di Torino e Pomigliano a Napoli, dove si producono le Fiat 500 elettriche.
Per Renault una IPO cancellata
La Renault intanto è in cerca di alternative, dopo il recente annullamento dell’IPO di Ampere, l’unità dedicata alle auto elettriche di cui aveva annunciato solo tre mesi prima il progetto di quotazione. “Abbiamo preso una decisione pragmatica”, aveva detto il Ceo di Renault Luca de Meo, ribadendo che tutti gli obiettivi annunciati per Ampere sono confermati, compreso il pareggio al 2025, ma le attuali condizioni di mercato hanno sconsigliato la quotazione in questo momento.