Secondo S&P Global la redditività delle banche in Italia è destinata a perdurare, mentre i cali dei tassi di interesse si rifletteranno solo gradualmente sulle loro performance. L’agenzia di rating nel suo rapporto sulle prospettive globale del settore bancario sostiene che nella maggior parte degli istituti italiani le perdite sul credito resteranno gestibili, ma al tempo stesso si faranno più evidenti le differenze tra le varie banche.
Il quadro italiano
S&P Global ha pronosticato una risalita media dell’1% sui prestiti erogati il prossimo anno, dopo il meno 2% stimato sull’intero 2024. “È probabile che le condizioni economiche si stabilizzino, mentre ci attendiamo una ripresa del PIL dell’1%”, hanno stimato gli analisti dell’agenzia di rating. “Tuttavia i livelli elevati di deficit e debito pubblico pesano sulla capacità del governo di sostenere ulteriormente l’economia”, ha aggiunto. L’agenzia ha previsto inoltre che il livello medio di ritorno sul capitale delle banche italiane continuerà ad essere superiore al 10% nel 2025.
Il quadro globale
A livello mondale, S&P crede che ci sarà una relativa stabilità dei rating nel 2025, esprimendo un “cauto ottimismo” per il settore bancario. Attualmente, circa l’80% dei gruppi bancari ha un Outlook stabile l’agenzia si attende che questa tendenza continui nel 2025. S&P ha comunque stimato che le perdite creditizie globali aumenteranno di circa il 7%, raggiungendo 850 miliardi di dollari nel 2025. S&P ha individuato quattro principali rischi al ribasso per i rating bancari: un rallentamento inatteso dell’economia globale, un deterioramento del settore immobiliare peggiore del previsto, tassi di interesse ancora elevati che si sommano all’elevata leva finanziaria dei governi e delle imprese, e, infine, vari rischi in evoluzione, tra cui le nuove tecnologie (come l’intelligenza artificiale), il cambiamento climatico e il cyber, che potrebbero ampliare la differenziazione del credito, dal momento che l’adattamento a tali cambiamenti potrebbe rivelarsi positivo o negativo.
L’effetto Trump
S&P non prevede venti favorevoli a livello macro, sufficienti a rafforzare il merito di credito delle banche. Nonostante ciò, non crede nemmeno che la recente vittoria alle presidenziali Usa di Donald Trump possa avere un impatto negativo sul settore. Secondo S&P le banche, in generale, si adatteranno bene a qualsiasi impatto di secondo ordine derivante dall’aumento delle tariffe commerciali globali o da altri cambiamenti successivi alle elezioni statunitensi.