La mappa del credito bancario mostra quanto l’accesso ai finanziamenti, in Italia, sia prevalentemente maschile e quanto il fenomeno sia diffuso in tutto il territorio nazionale. Lo rileva un’analisi FABI spiegando che da Nord a Sud, agli uomini viene concesso molto più credito rispetto alle donne, e se il primato della discriminazione di genere è tutto meridionale, il mercato del credito in favore della clientela femminile stenta a decollare anche nei territori settentrionali. Le ragioni di questa disparità sono comuni: il tasso di occupazione più basso, innanzitutto, ma anche la maggiore occupazione delle donne nei settori con le retribuzioni più basse, il largo ricorso al lavoro part time che portano a stipendi e pensioni ridotte; la contenuta attitudine al rischio; minori dotazioni patrimoniali, soprattutto immobiliari, necessarie per le garanzie bancarie.
Credit gender gap
Complessivamente, il credit gender gap vale quasi 70 miliardi su scala nazionale, confermandosi sostanzialmente ai livelli del 2023. Lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli istituti, a settembre 2024, ammontava a quasi 472 miliardi: di questi, 162 miliardi sono stati erogati agli uomini, 94 miliardi alle donne e 215 miliardi si riferiscono a contratti di finanziamento cointestati. Le regioni peggiori sono ancora Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Basilicata, dove il credito concesso alla clientela femminile non supera la media nazionale del 20%. Le tre migliori, invece, sono Valle d’Aosta, Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari arrivano rispettivamente al 25%, 23,4% e 23%. In Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Trentino-Alto Adige, Marche, Toscana, Abruzzo e Liguria le quote rosa del credito vanno dal 20% al 22,4%. Sale di oltre il 7% il divario nella previdenza: gli assegni Inps alle donne sono più bassi di 553 euro; il dato è relativo al 2023 ed è più alto di 37 euro rispetto ai 516 euro registrati nel 2022.
Vale 68 miliardi
Gender credit gap che valeva 68 miliardi di euro l’anno scorso, dato in linea con quello relativo al 2023. Nel complesso, le donne accedono a meno del 20% del totale del credito erogato alle famiglie, mentre agli uomini ne è destinato oltre il 34%. Il restante 45% è costituito da finanziamenti cointestati – congiuntamente a un uomo e una donna o a più persone – che però non garantiscono di per sé autonomia finanziaria alle donne. Se si considera quindi il credito intestato individualmente, il divario risulta evidente: gli uomini ricevono oltre un terzo del credito complessivo, mentre alle donne spetta appena un quinto del totale. La differenza, tradotta in termini assoluti, vale circa 68 miliardi di euro in favore degli uomini: su un ammontare complessivo di 472 miliardi, 162 miliardi sono stati concessi a clienti maschili, mentre solo 94 miliardi a clienti femminili.
Le differenze non si distribuiscono in modo uniforme sul territorio nazionale, ma mostrano divergenze significative tra le regioni e le macroaree geografiche. Nel Nord Italia, che comprende Nord Ovest e Nord Est, la percentuale di credito erogato alle donne si attesta intorno al 19,6%, mentre agli uomini è destinato circa il 34,6%. Nel Centro Italia le donne ottengono mediamente il 22,3% del credito, contro il 33,7% destinato agli uomini, una situazione relativamente più equilibrata rispetto al resto del Paese. Nel Sud la percentuale femminile scende al 18%, mentre nelle Isole si attesta intorno al 20,3%, con un accesso al credito maschile che si aggira rispettivamente sul 34,2% e 35,8%.
A uomini quasi doppio prestiti
La disparità di genere trova conferma anche nel credito bancario: agli uomini va quasi il doppio dei prestiti rispetto alle donne. Lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli istituti, a settembre 2024, ammontava a oltre 472 miliardi: di questi 162 miliardi è stato erogato agli uomini, 94 miliardi alle donne e 215 miliardi si riferiscono a contratti di finanziamento cointestati. Complessivamente, il credit gender gap nel 2024 è rimasto agli stessi livelli dell’anno precedente (circa 70 miliardi su scala nazionale): il credito concesso alle donne è pari al 20,3% del totale contro il 35,8% di quello degli uomini, mentre valgono il 44% i finanziamenti cointestati.
La distanza tra le donne e il credito accomuna tutto il territorio nazionale: il divario è distribuito, infatti, in tutte le aree geografiche del Paese. Le regioni peggiori risultano Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Basilicata, dove il credito concesso alla clientela femminile non supera la media nazionale, pari al 19,98%. Le tre migliori, invece, si confermano, come nel 2023, Valle d’Aosta, Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari per le donne arrivano rispettivamente al 25%, 23,4% e 23%. In Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Marche, Trentino-Alto Adige, Abruzzo, Toscana e Liguria le quote rosa del credito vanno dal 20% al 22,4%.