I mercati azionari globali hanno perso slancio ad agosto, con un ribasso di circa il 2% a fine mese, in valuta locale. A preoccupare gli investitori sono il rallentamento della crescita economica in Cina e l’impatto a più lungo termine dei tassi d’interesse statunitensi elevati. Sono alcune delle considerazioni elaborate dalla Strategy Unit di Pictet Asset Management. La stagione degli utili ha infuso un po’ di speranza, in particolare negli Stati Uniti, dove i cali dei profitti delle aziende sono stati inferiori al previsto.
Il quadro alla fine della stagione delle trimestrali
La stagione delle trimestrali americane è quasi terminata e, secondo i dati Refinitiv, circa il 79% delle aziende dell’S&P 500 ha superato le previsioni degli analisti. In Europa, dove la stagione è solo a metà strada, la situazione non è altrettanto positiva. Le previsioni sono state superate solo dal 53% delle società dello STOXX 600 che hanno già pubblicato i risultati del secondo trimestre.
Ciò si rispecchia sull’andamento del mercato azionario in agosto, con i titoli europei in calo di circa il 3%, mentre il mercato statunitense ha perso un più modesto 1,7%.
Sono state registrate perdite praticamente in tutte le principali regioni azionarie, ad eccezione del Giappone, che ha chiuso invariato in valuta locale. L’indebolimento dello yen e lo scenario economico in sostanziale miglioramento si sono dimostrate una manna per le società giapponesi e per i prezzi dei titoli azionari.
Settori più performanti
Tra i settori, quello dell’energia, spinto dall’aumento dei prezzi del petrolio, è stato l’unico a chiudere in territorio positivo.
I titoli tecnologici hanno interrotto bruscamente il recente rally per via dei timori degli investitori in merito alle valutazioni elevate. Tuttavia, i flussi in entrata nel settore sono rimasti solidi.
Sul mercato dei titoli di Stato dei Paesi sviluppati, i Treasury USA hanno restituito la performance più debole (con un calo dell’1% circa), poiché gli investitori hanno iniziato a scontare la possibilità che la Fed possa proseguire la sua politica di aumento dei tassi di interesse, mantenendoli ai livelli attuali più a lungo. I rendimenti statunitensi in aumento hanno contribuito a risollevare il dollaro, che ad agosto ha guadagnato l’1,7% rispetto a un paniere di valute ponderate per gli scambi commerciali. Ciò, a sua volta, ha pesato sulle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti, che hanno perso il 2,7%. Sul sentiment e sulle performance hanno inciso anche i timori in merito alla crescita economica cinese.
Il ritrovato appeal del Giappone
Gli investitori stanno riscoprendo il Giappone. I flussi in entrata nel mercato azionario nazionale da parte degli investitori stranieri sono i più forti degli ultimi dieci anni. La forte congiuntura e i cambiamenti della normativa sugli investimenti nazionali suggeriscono un notevole margine di crescita per questa domanda. Di conseguenza, abbiamo portato i titoli azionari giapponesi da neutrali a sovrappeso.
Il Giappone è l’unica delle grandi economie sviluppate le cui prospettive di crescita rimangono solide. Secondo le nostre attese, la crescita è infatti superiore al potenziale.
Prevediamo che la crescita degli utili per azione sul mercato nipponico sarà la più robusta tra i mercati sviluppati, pari al 7,2% nel 2023 e al 6,2% nell’anno successivo. In aggiunta alla solida ripresa interna, a sostenere gli utili societari ha contribuito la debolezza dello yen. Le valutazioni dei titoli giapponesi restano eque, mentre l’impegno degli investitori esteri rimane inferiore al potenziale, nonostante abbiano aumentato le loro allocazioni negli ultimi mesi.