L’impact investing attrae sempre più investitori: ecco perché piace

Uno studio di Vontobel, società di gestone internazionale specializzata anche sugli investimenti d'impatto, dimostra che l'interesse degli investitori per questa categoria di asset è sempre più vivo

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Nonostante il 2022 sia stato un anno difficile per la finanza sostenibile, l’impact investing continua a crescere in popolarità tra gli investitori in Italia e all’estero,  che stanziano sempre più risorse a favore di questa asset class, diversificando i loro portafogli verso una maggior componente ESG (qui si spiega cosa sono i fondi ESG). Lo rivela una analisi di Pascal Dudle, Head of Listed Impact di Vontobel, segnalando che, in base ai dati del Global Impact Investing Network (GIIN), il mercato globale dell’impact investing vale oggi circa 1,08 miliardi di euro (1,2 miliardi di dollari).

Ma cosa è la finanza d’impatto?

L’impact investing comprende tutti quegli investimenti in ambito sociale o in start-up, imprese e fondi che operano in campo sociale o ambientale, legati a obiettivi misurabili e intenzionali, ma in grado anche di generare un ritorno economico per chi investe. Si tratta in pratica di  quegli investimenti che si collocano a metà fra l’atto filantropico e l’investimento tradizionale.

Un trend atteso in crescita

Secondo l’esperto di Vontobel, società di gestione svizzera attiva a livello globale, questo trend dovrebbe continuare nei prossimi decenni. Una ricerca sull’impact investing, condotta su investitori istituzionali e professionali in Europa, Asia Pacifico e Nord America, mostra che 7 su 10 sono intenzionati ad aumentare le allocazioni sulla finanza d’impatto nei prossimi tre anni.

Un trend che sarà favorito ed accelerato dalla continua ricerca di economie a emissioni nette zero e dall’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

Investitori più attenti e selettivi

Gli investitori d’impatto cercano di impiegare il loro patrimonio in modo da apportare benefici all’ambiente e alla società, generando al contempo un rendimento finanziario. Ma nel tempo questa categoria di investitori è divenuta sempre più sofisticata ed attenta alla sostenibilità.

La ricerca rivela anche che gli investitori cercano un’esposizione in settori che durino nel lungo periodo, oltre i cicli macroeconomici e di breve termine; si tratta di aree che beneficiano di cambiamenti strutturali secolari, come la crescita demografica e l’innovazione tecnologica.

Misurare l’impatto è fondamentale per gli investitori: il sondaggio ha anche rivelato che gli investitori desiderano essere sicuri di investire in strategie che fanno ciò che dicono e che permettono loro di migliorare l’impatto che intendono raggiungere. Rifuggono dal cosiddetto “greenwashing” (ambientalismo di facciata) e desiderano destinare gli investimenti a strategie che siano meglio allineate ai loro obiettivi e valori ed investano in aziende che realmente perseguono obiettivi climatici (qui una panoramica).

Come misurare l’impatto

Misurare l’impatto reale degli investimenti è una delle principali sfide che gli investitori devono affrontare quando scelgono questa strategia di investimento. Lo studio di Vontobel indica che il principale fattore che impedisce agli investitori di utilizzare o consigliare strategie d’impatto è la difficoltà di misurare accuratamente le performance non finanziarie (54%), per la mancanza di dati (di qualità) sulle società in cui si  investe o perché le misurazioni e metodologie sottostanti sono ancora relativamente nuove e sono in continua evoluzione.

Per il gestore è quindi importante applicare un’ampia gamma di metriche piuttosto che affidarsi ad un numero limitato. Uno dei vari parametri usati per misurare l’impatto sul clima, ad esempio, è la CO2 evitata grazie all’utilizzo dei prodotti e dei servizi di un’azienda. Misurare le emissioni dell’intera catena del valore consente, ad esempio, di valutare il potenziale contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici.