Oltre l’ESG, la sostenibilità da vetrina a obiettivo concreto per gli investitori

Occorre considerare gli investimenti ESG in una prospettiva diversa e maggiormente capace di rappresentare nuovi e più ampi ambiti della finanza sostenibile.

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Roberto Guida

Professore

Roberto Guida, Professore di Economia e Finanza e Presidente della European Financial Management Association, affronta da anni temi di finanza, innovazione e sostenibilità grazie alla pluriennale esperienza di docente universitario e top manager dell’incubatore di imprese innovative “Marzotto Venture Accelerator”.

Quello trascorso può essere a pieno titolo annoverato come l’annus horribils del mondo ESG (Environmental, Social and Governance) e della sua considerazione da parte degli investitori. Negli Stati Uniti, si è addirittura arrivati a metterne in discussione la validità e l’effettiva utilità nel perseguimento degli obiettivi di maggiore sostenibilità ambientale, sociale e di governance nelle scelte di gestione. Il tentativo di restituire allo strumento lo smalto e la dignità della prima ora esclusivamente con interventi normativi rischia di rendere ancora più difficile la sua efficace e concreta applicazione, oltre a non riuscire a contrastare i diffusi comportamenti opportunistici riconducibili a pratiche di greenwashing.

Sembra proprio venuto il momento di considerare gli investimenti ESG in una prospettiva diversa e maggiormente capace di rappresentare, oltre i tradizionali criteri ambientali, sociali e di governance, nuovi e più ampi ambiti della finanza sostenibile. La questione attiene all’impegno e alla responsabilità da parte degli investitori nell’essere concretamente in grado di influenzare le scelte di allocazione delle risorse delle imprese nelle quali hanno impiegato i fondi per ottenere un impatto significativo sui rendimenti complessivi, generando valore a lungo termine.

Il principale ostacolo al perseguimento di questo obiettivo è rappresentato dalle insufficienti risorse dedicate alla cosiddetta “stewardship”, cioè alla effettiva verifica e condivisione delle attività ESG poste in essere e dell’engagement relativo, in modo da evitare alle imprese beneficiarie di renderlo un mero esercizio teorico. Seguendo tale nuova prospettiva, non è sufficiente un’interazione solo dichiarata con le imprese beneficiarie delle risorse; occorre bensì porre in essere un’effettiva interazione con l’intera governance volta ad indirizzare le organizzazioni e le attività verso modelli operativi, frutto di reali azioni finalizzate a perseguire obiettivi di sostenibilità.

Il modello si propone il superamento della visione riduzionista della sostenibilità come sinonimo di mera sensibilità “ambientale”. La considerazione delle esternalità negative che impattano su biodiversità, acqua e rifiuti e che attengono alla sfida dell’economia circolare dovrebbero integrare il perimetro di intervento delle azioni di sistema, coerenti con gli obiettivi di sostenibilità. In tal senso, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite svolgeranno sempre più un ruolo determinante nella definizione dei benchmark di sostenibilità degli investitori istituzionali, come parte delle proprie strategie ESG.

La capacità valutativa basata su logiche ESG fornita da terze parti è apparsa scarsamente efficace nel misurare l’impatto positivo che un’impresa ha o potrebbe avere sugli SDGs: per cui è necessario che gli investitori istituzionali introducano strumenti di verifica di tali fondamentali aspetti. D’altra parte, la componente di “sostenibilità sociale” degli investimenti ESG compliance ha assunto un’importanza crescente negli ultimi anni. I temi della diversità, della parità di genere, della salute e della sicurezza sono divenuti sempre più elementi caratterizzanti del perimetro della Finanza sostenibile. In tema di regolamentazioni appena introdotte, bisognerà tenere conto del fatto che tutte le società quotate sui mercati regolamentati dell’UE dovranno attenersi alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che darà agli operatori uno strumento maggiormente efficace di misurazione delle performance di sostenibilità delle imprese beneficiarie.

Anche l’elemento “governance” è sempre più oggetto di revisione sostanziale nel modello ESG. L’esigenza degli investitori sta infatti andando verso una maggiore trasparenza su temi quali la remunerazione, la qualificazione degli amministratori e la loro responsabilità nel perseguimento degli obiettivi ambientali e sociali. La direzione degli investimenti sostenibili globali sembra quindi prendere il verso di una nuova e più ampia dimensione, non semplicemente basata sull’integrazione delle valutazioni ESG nell’allocazione dei portafogli di investimento, ma estesa in profondità ed efficacia agli impatti delle scelte attraverso una più attiva partecipazione alle dinamiche organizzative ed ecosistemiche.