Le grandi banche americane fanno causa alla Fed per gli stress test

Da Goldman Sachs a Citigroup, passando per JPMorgan, pronti a portare il presidente Jerome Powell in giudizio

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Redazione

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Pubblicato: 27 Dicembre 2024 09:20

Le banche americane puntano il dito contro la Fed e la sua mancanza di trasparenza nel condurre gli stress test annuali criticando i requisiti troppo elevati imposti sul capitale.

I giganti del credito, da Goldman Sachs a Citigroup, passando per JPMorgan, sono pronti a portare il presidente della banca centrale americana, Jerome Powell, in giudizio, con l’obiettivo di prevenire cambiamenti che siano negativi per il sistema.

Secondo Bank Policy Insititute, American Bankers Association e la US Chamber of Commerce, le organizzazioni che rappresentano le grandi banche, non c’è infatti alcuna certezza che le “riforme annunciate dalla Fed possano fornire un rimedio tempestivo ai danni derivanti dall’attuale sistema”, caratterizzato da una “mancanza di trasparenza che si traduce in una significativa e imprevedibile volatilità nei requisiti di capitale”.

La Fed annuncia modifiche agli stress test

Lunedì, 23 dicembre, la Fed aveva annunciato di voler apportare modifiche significative ai suoi “stress test” annuali sulle grandi banche, nel tentativo di renderli più trasparenti e meno prevedibili. Le modifiche in esame includono la pubblicazione dei modelli che la banca centrale utilizza per determinare le perdite ipotetiche che le banche dovrebbero affrontare nell’ambito dell’esame, nonché l’accoglienza di commenti pubblici su di essi.

Lo stress test, sottolinea la Fed in una nota, valuta la resilienza delle grandi banche stimando le loro perdite, ricavi e livelli di capitale in uno scenario di recessione ipotetico che cambia ogni anno. Il capitale funge da cuscinetto per assorbire le perdite e consente alle banche di continuare a concedere prestiti a famiglie e aziende anche durante una recessione. Sin dal suo inizio, oltre 15 anni fa, le grandi banche nello stress test hanno più che raddoppiato i loro livelli di capitale, con un aumento di oltre 1 trilione di dollari.

“La natura opaca di questi test mina il loro valore nel fornire approfondimenti significativi sulla resilienza delle banche”, ha affermato Rob Nichols, presidente e CEO dell’American Bankers Association. “Continuiamo a sperare che la Fed affronterà i problemi di lunga data con gli stress test, ma questa causa preserva la nostra capacità di cercare rimedi legali se la Fed non riesce a raggiungere i suoi obiettivi”, ha aggiunto.

Ormai dalla crisi finanziaria dei subprime del 2008, le banche affrontano un test annuale per garantire la sicurezza dell’intero sistema. Esami che si sono attirati le critiche di molti manager del settore, convinti che le regole imposte creino rischi spingendo l’attività finanziaria che si svolge al di fuori delle banche verso mercati meno trasparenti.

Cosa chiedono le grandi banche

Nell’azione legale le banche precisano di non voler eliminare gli stress test – strumento che si è rivelato utile per il recupero di fiducia dopo la crisi -. Bensì di voler garantire che i requisiti patrimoniali siano stabiliti in modo trasparente. Gli esami annuali potrebbero comportare, avvertono, “miliardi di dollari in oneri patrimoniali inattesi per le singole banche senza una ragione evidente e con effetti negativi sull’economia nel suo insieme”, si legge nell’azione legale.