Continua il trend positivo del Private Banking italiano, che chiude il primo semestre dell’anno raggiungendo i 1.057 miliardi di euro di masse gestite (+2,5% rispetto ai 1.031 miliardi del primo trimestre e +6,3% rispetto ai 994 miliardi di fine 2022), raggiungendo con sei mesi di anticipo le masse previste a fine 2023. È quanto emerge dall’analisi del mercato servito, presentata trimestralmente dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB).
La raccolta netta
Nei primi sei mesi dell’anno, la raccolta netta complessiva realizzata dagli operatori di Private Banking ha chiuso a 26 miliardi, rimanendo stabile nel corso dei due trimestri (pari a 13 miliardi in entrambi i periodi). “Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno – ha commentato Andrea Ragaini, Presidente AIPB – Un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della relazione con la clientela”.
Il contesto
Lo scenario macroeconomico e finanziario del secondo trimestre è stato caratterizzato da un cauto ottimismo: l’inflazione ha proseguito nel suo percorso di decrescita, passando da +8,1% di fine marzo al +6,75% di fine giugno. Mentre le banche centrali, tra maggio e giugno, hanno dato seguito ad un ulteriore aumento dei tassi di riferimento (UEM dal 3,5% al 4%; USA dal 5% al 5,25%).
Bene gli investimenti diretti, rallenta il comparto assicurativo
Il combinato disposto, dato dalla decrescita dell’inflazione e dalla prosecuzione delle politiche monetarie restrittive, ha trainato tutti i nuovi flussi raccolti dal Private nel secondo trimestre verso gli investimenti diretti (titoli, azioni e obbligazioni) del comparto amministrato, che per il terzo trimestre consecutivo attira la maggior parte dei nuovi investimenti effettuati dalle famiglie Private. Rispetto alle altre soluzioni d’investimento, si registrano invece flussi in uscita dal comparto assicurativo (-1,6%) e una sostanziale stabilità sui prodotti del gestito (fondi e gestioni patrimoniali -0,1%). “Le preferenze degli investitori si sono orientate verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse – ha aggiunto Ragaini – La crescita della componente amministrata dei portafogli del Private Banking è stata inoltre accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore”.