Embargo alla Russia, il no di Orban spacca l’Europa

Lo ha annunciato il portavoce del governo di Budapest, che ha definito "inaccettabile" la proposta di Bruxelles. Kiev: "Chi si oppone è complice di Mosca".

Foto di Paolo Viganò

Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Pubblicato: 5 Maggio 2022 10:02

L’Ungheria metterà il veto all’embargo sul petrolio russo contenuto nel sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea.

Lo ha annunciato il portavoce del governo di Budapest, Zoltan Kovacs, che ha definito “inaccettabile” la proposta di Bruxelles. Alla domanda di un giornalista della Bbc che gli ha chiesto se il suo Paese eserciterà il diritto di veto, il portavoce ha replicato: “Sì, Alla fine bisogna ricordare come funziona l’Ue, la proposta arriva da Bruxelles, che è il centro amministrativo, burocratico dell’Unione Europea, non dei Paesi membri”.

Secondo Kovacs, l’Ue “sa esattamente che quello che sta proponendo va contro gli interessi ungheresi, va contro possibilità che sia fattibile e che se noi lo facciamo manderemo completamente in rovina l’economia ungherese”.

Kiev: “Chi si oppone è complice di Mosca”

Chi, tra i Paesi dell’Unione europea, si oppone all’embargo al petrolio e al gas russi è, di fatto, complice dei crimini commessi dalla Russia in Ucraina. Lo ha sostenuto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dicendo che ”ci troviamo davanti a una situazione assurda. La Ue sta sostenendo l’Ucraina con una mano, fornendo assistenza finanziaria, imponendo varie sanzioni alla Russia, mobilitando risorse per fornire armi all’Ucraina e allo stesso tempo continuando a pagare la Russia per il gas e il petrolio, alimentando così la sua macchina militare con miliardi di euro”.

Commentando le discussioni sul sesto pacchetto di sanzioni Ue, Kuleba ha detto che ”ovviamente non siamo contenti che la sua entrata in vigore venga posticipata di 6-8 mesi, ma è meglio di niente”. Inoltre, ha sottolineato, ”se un Paese in Europa continua a opporsi all’embargo sul petrolio russo, ci saranno tutte le ragioni per dire che questo Paese è complice dei crimini che la Russia sta commettendo in territorio ucraino”.