Effetto ciambella, il futuro è la periferia: i bordi delle città sono destinati a ingrossarsi

Cos'è l'effetto ciambella? Ecco in che modo la periferia avrà la sua rivincita sul grande centro cittadino

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema del caro affitti è molto sentito in Italia, soprattutto nei grandi centri urbani. Basti pensare a Milano, che presenta delle tariffe ormai prive di qualsiasi controllo. Anno dopo anno, si registrano nuovi aumenti. Un vero e proprio dramma, che va di pari passo con i prezzi d’acquisto e, al tempo stesso, con il fenomeno degli affitti brevi.

Una condizione ingestibile, che ovviamente non riguarda la sola Milano. Sul lungo periodo, però, si prevede un effetto ciambella. Di fatto si tratta della rivincita della periferia sul famoso “centro”, la cui crucialità andrà scemando.

Effetto ciambella

Cosa rende il centro cittadino tanto rilevante? La presenza di una gran massa di persone, in maniera regolare, tutto l’anno. Ciò attira le attività commerciali e gli eventi, così come investimenti di vario genere.

Questa estrema rilevanza ha però fatto in modo di valutare tutto, dagli immobili ai servizi, secondo uno standard fuori mercato. Il potere è però di fatto nelle mani della gente che, col tempo, sarà costretta a operare una trasformazione dello status quo.

Ciò non vuol dire che le grandi città si svuoteranno, ma subiranno un effetto ciambella. Il centro andrà svuotandosi, parzialmente, mentre i “bordi”, ovvero le periferie, si ingrosseranno. Ci sarà una ridistribuzione più equa delle attività commerciali e una riqualificazione necessaria delle aree oggi poco considerate.

Un processo che è in realtà già in atto grazie ai pendolari. Chi si è trasferito a Milano, Roma e non solo per motivi di lavoro, opta (di certo in un primo momento) per una soluzione indipendente fuori dal centro. Ciò che manca, ora, è la realizzazione del resto della struttura sociale. Qualcosa che convinca a restare in quell’area periferica quante più persone possibile. Tutto ciò rappresenta inoltre un’opportunità anche commerciale, per chi ha i fondi e la visione di investire oggi.

L’impatto dello smart working

In questo processo giocherà un ruolo molto rilevante lo smart working. Sempre più aziende si sono rese conto dell’importanza di garantire l’opzione del lavoro da remoto. Da una parte c’è un chiaro risparmio economico per l’impresa. Si pensi ad esempio ai soli consumi d’acqua e luce. Dall’altra si ottiene un ambiente di lavoro più sereno, dal momento che i dipendenti possono gestire meglio il proprio tempo libero.

Che si tratti di genitori o meno, i lavoratori che non devono affrontare un viaggio per raggiungere l’ufficio, hanno modo di rallentare e diminuire lo stress quotidiano. Al tempo stesso possono realmente concludere la giornata lavorativa nel momento in cui il computer viene spento. Chi invece deve cimentarsi in un viaggio di ritorno, dovrà affrontare 30-40-60 minuti e oltre di “turno extra”, di fatto.

A ciò si aggiunge la possibilità di fare impresa rinunciando a un ufficio fisico o, in alcuni casi, optando per una soluzione ridotta, atta a garantire un risparmio considerevole. Optare per un’abitazione in periferia, dunque, non rappresenterà un limite, dal momento che la distanza dal centro non risulterà più una sfida quotidiana contro traffico e mezzi pubblici.

Ciò non riguarderà però soltanto Centro e Nord Italia. Lavorare da remoto infatti vuol dire anche ottenere uno stipendio settentrionale, abitando in una città meridionale. In prospettiva tutto ciò potrebbe tendere la mano per contribuire alla risoluzione dell’evidente spaccatura italiana.

Gentrificazione

Gli effetti evidenti saranno visibili tra qualche anno e, per apprezzare il processo in toto, occorrerà almeno un decennio. Il tutto è però già in moto, con una spinta verso la gentrificazione di determinate aree. Ciò si concretizza nella trasformazione dei quartieri popolari, lentamente indirizzati verso un altro valore di mercato. L’obiettivo? Rendere queste case di pregio, dando loro una nuova narrativa nel mercato immobiliare.

Le grandi città tentano di mettere a reddito le periferie e tra i primi passi c’è il posizionamento strategico dei luoghi dedicati all’intrattenimento e soprattutto al cibo. Tutto ciò avrà però un impatto ulteriore su chi certi quartieri li ha sempre vissuti. Dovranno trovarsi una nuova periferia, con ogni probabilità, dando spazio ai cittadini del centro in cerca di tariffe più accomodanti.