Tetto al prezzo dei voli, altro dietrofront del governo. Cosa sta succedendo

La misura sarebbe il frutto della mediazione tra i vettori aerei e il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, dopo il tavolo al Mimit di giovedì scorso.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Dopo la marcia indietro sulla tassa agli extra profitti delle banche, il governo italiano è pronto a rivedere anche la misura sul tetto massimo ai prezzi dei voli aerei, inserito dalla Maggioranza nel Dl Asset che viene ora emendato dallo stesso esecutivo. Emendamento che elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio) e per limitare l’utilizzo degli algoritmi affida poteri all’Antitrust che verificherà l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea, in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza.

Le condotte praticate sulle rotte per le isole, il periodo di picco di domanda stagionale e i prezzi superiori del 200% della tariffa media del volo – è scritto nella relazione tecnica – sono considerati circostanze e indizi dei quali l’Autorità può tener conto.

Il rischio ricorsi

La misura sarebbe il frutto della mediazione tra i vettori aerei e il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, dopo il tavolo al Mimit di giovedì scorso e le minacce sul taglio delle rotte e sull’aumento dei prezzi da parte di Ryanair e easyJet. Nei giorni scorsi i tecnici del ministero hanno raccolto le proposte delle compagnie. Sul tetto ai prezzi hanno pesato i timori di un possibile contrasto con le norme europee sulla concorrenza, col fondato timore che gli annunciati ricorsi delle low cost avrebbero azzerato la stretta, ora comunque più lieve.

I poteri dell’Antitrust

l’Antitrust avrà la facoltà di multare le compagnie aeree, con sanzioni anche da milioni di euro, se accerterà che gli algoritmi sono usati per “intese restrittive della libertà di concorrenza” (cioè cartelli tra vettori per gonfiare i prezzi) o “abuso di posizione dominante” (cioè la modifica dei prezzi da parte di una compagnia in maniera illecita).

L’Authority potrà sempre intervenire, ma tenendo in particolare conto i voli nazionali per le isole nei periodi di alta stagione – quando i prezzi si alzano fino al 200% – e gli altri collegamenti nazionali in caso di “emergenze nazionali”, ovvero il blocco degli spostamenti stradali e ferroviari, impediti da eventi eccezionali.