Semiconduttori, al via Chips Act italiano: i fondi stanziati e perchè

Sulla scorta del piano già approvato in Europa, nella "guerra dei chip" arriva anche la mossa di Roma con l'obiettivo di sganciarsi dalla Cina

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 9 Agosto 2023 09:42

Nei giorni scorsi i Paesi membri Ue hanno ratificato il Chips Act, il piano presentato dalla Commissione europea nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del Vecchio Continente dal 10% al 20% entro il 2030 con l’obiettivo di tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici. Il programma dovrebbe mobilitare 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, di cui 3,3 miliardi di euro dal bilancio comunitario.

Al via Chips Act italiano

“Con il regolamento sui chip, l’Europa sarà in testa nella corsa mondiale ai semiconduttori. Già ora si vedono i risultati: nuovi impianti di produzione, nuovi investimenti, nuovi progetti di ricerca. E a lungo termine si contribuirà anche alla rinascita della nostra industria e alla riduzione delle nostre dipendenze estere”, ha sottolineato il ministro spagnolo dell’Industria, Hector Gomez Hernandez.

Infatti, è arrivata anche la mossa di Roma. Con l’ok al “Dl Asset” nel Consiglio dei Ministri di ieri,  approvato lunedì scorso,  prende avvio il “Chips Act” italiano proprio sulla scorta di quello approvato in Europa. Misure, alcune delle quali annunciate dal Ministro delle Imprese Adolfo Urso a margine della riunione, che riguardano la filiera della microelettronica: credito d’imposta sino alla fine del 2027; creazione di un Comitato tecnico permanente per la Microelettronica al Mimit che si avvale, per l’analisi scientifica, del Centro italiano per il design dei circuiti integrati e semiconduttori; incremento degli stanziamenti annuali per la Ricerca Scientifica e tecnologica, anche in considerazione delle accresciute esigenze di partecipazione dell’Italia al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo europei.

ANIE, straordinaria opportunità

ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria, che raggruppa in ANIE Componenti Elettronici l’offerta industriale italiana attiva nei settori della microelettronica, ha partecipato con Confindustria ad un dialogo costante con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy offrendo un quadro dei fabbisogni nazionali necessari a garantire sicurezza nell’approvvigionamento puntando allo sviluppo del piano nazionale sulla microelettronica.

“Il Chips Act – dichiara Filippo Girardi, presidente di ANIE Federazione – rappresenta una straordinaria opportunità per l’industria dell’elettronica italiana. Migliora la sicurezza degli approvvigionamenti, dà una prospettiva di resilienza e sovranità tecnologica nel settore dei chip e dei semiconduttori, e altrettanto fa per lo sviluppo di nuove opportunità commerciali. Non da ultimo, crea le condizioni per una occupazione di qualità. ANIE, insieme a Confindustria, ha presidiato il dossier durante tutto l’iter legislativo, alimentando una continua interlocuzione con il Mimit, la Rappresentanza Permanente a Bruxelles, e i deputati europei. Accogliamo dunque con favore il testo del decreto e ribadiamo il nostro impegno ad assicurare ogni possibile collaborazione direttamente con le Istituzioni per supportare lo sviluppo di politiche industriali di settore. Soprattutto per il piano nazionale sulla microelettronica, annunciato dal ministro Adolfo Urso”.

I dati del settore

Nel 2022 le vendite di semiconduttori in Italia hanno generato un giro di affari complessivo di 1,6 mld di euro, con una quota del 3,3% circa dell’intero mercato europeo che nel 2022 ha superato i 54 mld di dollari (Fonte: WSTS – World Semiconductor Trade Statistics). L’industria è il principale mercato italiano di destinazione dei semiconduttori, con circa il 40% delle vendite complessive destinato al solo settore automotive.

La produzione di semiconduttori in Italia si inquadra nel più ampio settore della Componentistica elettronica che vede nel nostro Paese una base manifatturiera di grande rilievo. Con un valore della produzione industriale poco inferiore ai 7 miliardi di euro, l’Italia è il terzo produttore di componentistica elettronica, dietro a Germania e Francia, dell’Unione europea che ha concentrato in cinque Paesi oltre il 70% della produzione industriale del settore.