UE, ecco il Chips Act. Europa indipendente dall’Asia sui semiconduttori

Nell'ultimo anno l'Unione ha assistito a perturbazioni senza precedenti dell'approvvigionamento di semiconduttori, che hanno determinato gravi ritardi e ripercussioni negative su settori economici importanti.

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Lo European Chips Act era stato già preannunciato dal Commissario al Mercato Interno, Thierry Breton, a conclusione della riunione informale dei Ministri europei che si è svolta a Lens, in Francia, qualche giorno fa. “La Ue non è protezionista. Si tratta di diminuire la dipendenza dall’Asia e in particolare all’area taiwanese e per fare ciò occorrono enormi investimenti per potenziare la ricerca, costruire grandi impianti”, aveva dichiarato Breton.

I maggiori produttori di microprocessori, infatti, si trovano in Asia.

I primi tre produttori mondiali di microprocessori, infatti, sono Samsung (Corea del Sud), TSMC (Taiwan) e SK Hynix (Corea del Sud). Tra i primi dieci non figurano ne’ aziende statunitensi, ne’ europee.

I semiconduttori sono essenziali per il funzionamento dell’economie e delle società moderne. Nell’ultimo anno l’Unione ha assistito a perturbazioni senza precedenti dell’approvvigionamento di semiconduttori, che hanno determinato gravi ritardi e ripercussioni negative su settori economici importanti, generando a loro volta problemi nella riparazione e nella manutenzione di prodotti essenziali per i settori critici.

 

Un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo dei semiconduttori

La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo dei semiconduttori – il cd. Chips Act -, presentata dalla Commissione, si pone l’obiettivo di:

  1. affrontare la questione della resilienza dell’Unione alle perturbazioni della catena di approvvigionamento dei semiconduttori;
  2. promuovere lo sviluppo di capacità nella fabbricazione, nella progettazione e nell’integrazione avanzate dei sistemi, nonché nella fabbricazione industriale all’avanguardia all’interno dell’Unione;
  3. far fronte alle gravi carenze in termini di competenze;
  4. aumentare la forza lavoro qualificata e contribuire alla creazione di un ecosistema dei semiconduttori resiliente e dinamico nell’Unione.

L’Unione si è impegnata a conseguire il proprio obiettivo strategico di raggiungere almeno il 20% del valore della produzione mondiale di semiconduttori all’avanguardia, innovativi e sostenibili entro il 2030, come stabilito nel programma strategico per il decennio digitale, ovvero la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale” del 9 Marzo 2021.

La raccomandazione della Commissione europea, di oggi, 8 Febbraio, accompagna la proposta di regolamento, strumento avente effetto immediato, per consentire una risposta rapida e coordinata dell’Unione all’attuale carenza di semiconduttori e propone l’istituzione di un meccanismo di coordinamento per discutere e decidere in merito a misure di risposta alla crisi tempestive e proporzionate.

La Commissione raccomanda, inoltre, misure volte a consentire un monitoraggio coordinato della catena del valore dei semiconduttori, riservando particolare attenzione ai rischi che possono perturbare o comprometterne l’approvvigionamento o incidere negativamente su di esso, per preparare il meccanismo permanente di monitoraggio della catena di approvvigionamento dei semiconduttori proposto a norma del regolamento e consentirne l’attivazione.

Un gruppo europeo di esperti

La Commissione ha istituito un gruppo europeo di esperti sui semiconduttori per dare attuazione alla Raccomandazione. Il gruppo fungerà da piattaforma per il coordinamento tra gli Stati membri e fornirà consulenza e assistenza alla Commissione nell’attuazione del regolamento di prossima adozione. I compiti del gruppo di esperti europeo sui semiconduttori saranno assunti dal comitato europeo dei semiconduttori, che sarà istituito nel regolamento.

Il gruppo di esperti europeo sui semiconduttori dovrebbe agevolare uno scambio di informazioni rapido ed efficace tra gli Stati membri e la Commissione sugli sviluppi del mercato, che mettono concretamente a rischio l’approvvigionamento dell’Unione e promuovere una risposta uniforme e coordinata alla crisi.

Le diverse misure da adottare

Si raccomanda agli Stati membri di chiedere informazioni alle organizzazioni rappresentative delle imprese o, se necessario, ai singoli fabbricanti di semiconduttori e apparecchiature, per accrescere la capacità del gruppo di esperti europeo sui semiconduttori di individuare e adattare le potenziali misure di risposta alla crisi.

I dati raccolti dovrebbero riguardare:

  1. la potenzialità produttiva
  2. la capacità produttiva
  3. le principali perturbazioni e strozzature attuali

La raccolta e lo scambio di informazioni dovrebbero essere conformi alle norme applicabili in materia di condivisione dei dati e riservatezza delle informazioni e dei dati.

Se la valutazione della crisi in corso lo richiede, gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione la possibilità di avviare un dialogo per chiedere ai fabbricanti di semiconduttori stabiliti nell’Unione di dare la priorità ai contratti con le imprese che forniscono prodotti a settori critici, al fine di garantire che tali settori possano continuare a operare o possono prendere in considerazione la possibilità di concedere alla Commissione un mandato per l’acquisto di determinati prodotti per loro conto, al fine di creare un effetto leva attraverso il potere d’acquisto della Commissione e garantire l’approvvigionamento di settori critici di interesse pubblico.

La Commissione, inoltre, incoraggia gli Stati membri a valutare l’eventualità che l’Unione eserciti un controllo su determinate esportazioni per garantire l’approvvigionamento del mercato interno. Qualora gli Stati Membri ritengano che tali misure di salvaguardia siano appropriate, necessarie e proporzionate, potrebbero discuterle e chiedere alla Commissione di valutarle, se siano soddisfatte le condizioni per l’adozione di misure di salvaguardia delle esportazioni a norma del regolamento (UE) 2015/479 del Parlamento europeo e del Consiglio.

L’azione di monitoraggio raccomandata dovrebbe seguire i principi di anticipazione, coordinamento e preparazione, con l’obiettivo di istituire un sistema di allerta precoce al fine di prevenire le crisi nel campo dei semiconduttori e rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori dell’Unione.

Gli Stati membri sono a tal fine invitati a discutere, in seno al gruppo di esperti europeo sui semiconduttori, indicatori di allerta precoce idonei per anticipare le carenze future nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori. È necessaria, cita la Raccomandazione, un’ulteriore valutazione approfondita dei rischi, che possono perturbare o compromettere la catena del valore, o incidere negativamente sulla stessa, anche per quanto riguarda le origini e le fonti di approvvigionamento al di fuori dell’Unione.

Si raccomanda, pertanto, agli Stati membri di raccogliere informazioni pertinenti e di cooperare con l’obiettivo di consentire alla Commissione di preparare una valutazione comune dei rischi per la catena del valore dei semiconduttori nell’Unione.

Dovrebbero essere indicati i fattori di cui tener conto nella preparazione delle valutazioni dei rischi. Nella sua proposta di regolamento la Commissione prevede un meccanismo permanente e vincolante per il coordinamento del monitoraggio e della risposta alle crisi, basato sulle misure proposte nella Raccomandazione stessa. Una volta entrato in vigore il regolamento, la Raccomandazione adottata può essere abrogata.

Importante crisi anche nel 2022

Anche il 2022 sarà interessato da una generalizzata carenza di chip.

Secondo Deloitte sono previsti, per il 2022, tempi di attesa per le forniture di semiconduttori tra le 10 e le 20 settimane a fronte delle 20-52 settimane che i clienti hanno dovuto attendere a partire da metà 2021. La situazione potrebbe ritrovare, probabilmente, un certo equilibrio nel 2023.

La Bce evidenzia che “lo squilibrio tra la netta ripresa della domanda mondiale e le carenze dal lato dell’offerta è stato più grave e prolungato di quanto inizialmente previsto e sia la capacità di produzione di semiconduttori, che la capacità delle navi da carico restano contenute nel 2023, mentre le difficoltà di consegna dovrebbero iniziare ad attenuarsi a partire dal secondo trimestre del 2022 e riassorbirsi pienamente entro il prossimo anno”.

Al contempo la domanda di chip continuerà a crescere nel lungo periodo, secondo il World Semiconductors Trade Statistics (WSTS), che evidenzia, per il 2022, un incremento più ridotto, pari all’8,8%.

A contribuire a questa crescita sarà, soprattutto, il settore del cloud computing che solo l’anno scorso ha registrato un aumento delle richieste di microprocessori del 30% per poter costruire data center.

L’altro grande settore che continuerà a subire ripercussioni a causa della carenza di microprocessori sarà quello dell’automotive, dove i chip sono elemento fondamentale per le centraline elettroniche.