Inflazione: Istat rivede al ribasso le stime. Consumatori ancora delusi

Prezzi in diminuzione dello 0,2% su base mensile e in aumento di 1,7% su base annua (rispetto al +1,8% preliminare)

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 15 Novembre 2023 17:19

A ottobre 2023 Istat ha stimato che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento di 1,7% su base annua, da +5,3% nel mese precedente (la stima preliminare era +1,8%).

La consistente decelerazione del tasso di inflazione, ha spiegato l’Istituto di Statistica, si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -31,7%) e, in misura minore, di quelli degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +4,9%) e lavorati (da +8,9% a +7,3%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%).

Rallenta anche l’inflazione di fondo

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni (nulla la variazione tendenziale da +6,0%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,1 punti percentuali, dai -1,9 di settembre). Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona o “carrello della spesa” (da +8,1% a +6,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%).

Il commento dei consumatori

“Una mera illusione ottica il calo dell’inflazione che non deve far pensare che l’emergenza prezzi sia terminata – ha affermato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Al contrario i listini dei beni primari e dei prodotti più acquistati dalle famiglie continuano a crescere a ritmi sostenuti, e nemmeno il paniere salva-spesa varato ad ottobre dal Governo ha riportato i prezzi a livelli accettabili”. Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “i dati definitivi dell’Istat confermano ufficialmente che l’effetto sui prezzi del Trimestre anti inflazione è stato nullo, come avevamo ampiamente previsto e annunciato. Il che equivale a un fiasco, a un fallimento. Un insuccesso attestato dal fatto che rispetto a settembre, unico confronto corretto per giudicare l’iniziativa del Governo, i prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti gli stessi, con una variazione nulla (nel dato provvisorio addirittura salivano dello 0,1%)”. “Chiediamo al Governo di non abbassare la guardia e di proseguire sulla strada delle misure a sostegno di redditi e capacità d’acquisto dei cittadini”, è l’appello lanciato dal presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.

Il commento delle imprese

Più ottimista la visione dal mondo delle imprese. “Un andamento che potrebbe aiutare a rilanciare i consumi nel settore in calo in quantità del 4,4% nei primi nove mesi dell’anno – ha sottolinea la Coldiretti –. Si tratta del primo mese dall’entrata in vigore del patto antinflazione che deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D. Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare”. Per Confcommercio “il dato definitivo della deflazione di ottobre (-0,2% su settembre) costituisce una confortante indicazione sul buon funzionamento del sistema produzione-ingrosso-distribuzione. Non solo in undici mesi l’inflazione è scomparsa, almeno temporaneamente, ma la riduzione congiunturale dei prezzi appare diffusa e, quindi, potenzialmente solida”.