Al ritorno dalle vacanze estive gli italiani si ritroveranno ad affrontare una stangata d’autunno in media pari a +1.601 euro a famiglia. È quanto emerge da uno studio condotto da Assoutenti sulle spese che attendono le famiglie a partire dal prossimo settembre e fino a fine anno. L’associazione rappresentativa degli interessi dei consumatori, in particolare, ha preso in esame 5 voci di spesa: alimentari, scuola, mutui, benzina e ristorazione. Una situazione che si somma allo scenario tutt’altro che roseo delineato dall’Ufficio studi della CGIA che ha calcolato che al 31 dicembre 2022 l’importo medio dell’indebitamento per nucleo famigliare presente in Italia è salito a 22.710 euro.
Alimentazione e scuole
La prima voce che interesserà gli italiani di rientro dalle ferie estive è quella legata all’alimentazione, con frigoriferi e dispense che dovranno essere riforniti. Oggi i prodotti alimentari nel loro insieme costano il 10,7% in più rispetto allo scorso anno, un trend che se dovesse confermarsi anche nei prossimi mesi porterebbe la spesa per cibi e bevande di una famiglia tipo a salire nel periodo settembre-dicembre di ben +205 euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Effetto controbilanciato dall’impatto del carrello llela spesa a prezzi calmierati. A settembre poi riapriranno le scuole, e già si preannuncia il tradizionale salasso sulla spesa legata al necessaire di inizio anno (zaino, astuccio, penne, quaderni, libri ecc). Quest’anno i prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2% su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione.
Spostamenti e altre spese
Più caro anche spostarsi in auto: considerati i prezzi medi mensili dei carburanti forniti dal Mase, nel periodo settembre-dicembre 2022 il prezzo della benzina si è attestato a una media di 1,679 euro al litro, mentre oggi un litro di verde costa in media 1,938 euro al litro. Se i listini alla pompa dovessero mantenersi ai livelli attuali, la spesa per i rifornimenti, ipotizzando due pieni al mese a famiglia, salirebbe nell’ultimo quadrimestre per un totale di 103 euro a nucleo rispetto a quanto speso negli stessi 4 mesi del 2022. Si apre poi il fronte dei mutui: ipotizzando un ritocco dei tassi dello 0,25% in tutte e tre le riunioni Bce, la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara complessivamente di circa +1.170 euro rispetto al 2022. Accanto a tali voci, altri settori stanno rialzando la testa e rischiano di aggravare la spesa degli italiani: è il caso delle assicurazioni, con le polizze sui mezzi di trasporto che nell’ultimo mese sono aumentate del +3,3% su base annua, o delle spese bancarie che salgono del 6,4% su anno.
Crescono le famiglie indebitate
Lo stock dei debiti zsecondo uno studio della CGIA di Mestre è in aumento a 595,1 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2021) a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso. Ciò equivale ad un indebitamento per nucleo famigliare presente in Italia in crescita a 22.710 euro. La situazione è critica, ma ancora sotto controllo secondo lo studio, in base al quale è probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022. Le provincie più esposte economicamente, infatti, sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati: Milano (35.342 €), Monza-Brianza (31.984 €) e Bolzano (31.483 €) registrano le esposizioni più ampie, mentre cresce meno l’indebitamento ad Agrigento (10.302 €), Vibo Valentia (9.993 €) ed Enna (9.631 €)