A partire dal 1° gennaio 2025, la Moldavia rischia di trovarsi senza forniture di gas russo. La decisione di Gazprom di interrompere il flusso verso il Paese arriva in un contesto geopolitico teso, segnato dalle crescenti tensioni tra la Russia e l’Europa. La fine dei contratti di transito attraverso l’Ucraina, e l’acuirsi della guerra in corso, hanno reso sempre più complicato per Mosca l’iniziale volontà di mantenere l’approvvigionamento energetico a favore di Paesi come la Moldavia. Questa decisione, che potrebbe innescare gravi black-out e una crisi energetica, arriva in un momento delicato per il Paese, impegnato nel suo avvicinamento all’Unione Europea.
Stop gas alla Moldavia: la decisione di Gazprom
Il 26 dicembre 2024, Gazprom ha ufficialmente notificato alla compagnia nazionale Moldovagaz che a partire dal 1° gennaio 2025, le forniture di gas naturale verso la Moldavia verranno completamente sospese (come già accaduto per l’Austria).
Questa decisione è legata a un presunto mancato pagamento delle fatture da parte delle autorità moldave, che non sono riuscite a rispettare i termini contrattuali stabiliti. La Moldavia, che dipende interamente dal gas russo, riceve il metano attraverso i gasdotti che attraversano la Transnistria, una regione separatista filo-russa. L’interruzione del flusso di gas metterà il Paese in una situazione energetica precaria, soprattutto con l’arrivo dell’inverno, che comporterà un forte aumento del fabbisogno di energia.
Cosa rischia il Paese: non solo black-out
La Moldavia non rischia solo di subire black-out massicci a causa della mancanza di gas, ma anche una serie di disagi economici e sociali. Il Paese, già in difficoltà economiche, potrebbe vedersi costretto ad aumentare i prezzi dell’energia per i cittadini, aggravando ulteriormente la situazione.
In caso di interruzione del gas, l’industria locale e i servizi essenziali potrebbero andare incontro a gravi difficoltà, con effetti devastanti sul piano sociale. L’impossibilità di rifornirsi adeguatamente di energia metterebbe in crisi anche i settori vitali come ospedali e scuole, aumentando la pressione sulle istituzioni locali. Inoltre, l’assenza di gas potrebbe compromettere l’infrastruttura industriale e compromettere i progetti di riforma che la Moldavia sta cercando di implementare nell’ambito della sua adesione all’Unione Europea.
In altre parole, il clima è teso. Dal governo moldavo arrivano rassicurazioni su azioni da intraprendere per impedire l’escalation di problemi, ma al momento non c’è ancora un piano ufficiale di uscita dalla crisi.
Ci saranno conseguenze per l’Italia?
Nonostante l’incertezza che questa crisi porta con sé, l’Italia sembra essere al riparo dalle problematiche dirette legate all’interruzione del gas alla Moldavia.
L’Italia ha diversificato le proprie fonti di approvvigionamento, con un crescente ricorso al GNL (gas naturale liquefatto) proveniente da Paesi come USA, Qatar e Norvegia, riducendo progressivamente la sua dipendenza dal gas russo.
Anche se il blocco delle forniture alla Moldavia potrebbe avere ripercussioni sul mercato energetico europeo, l’Italia ha già preso misure per mitigare i potenziali effetti, con un buon approvvigionamento da altre fonti. Sebbene si registri una lieve fluttuazione dei prezzi, l’Italia sembra meno vulnerabile rispetto ad altri Paesi dell’Est Europa in questo inverno 2025.