Banche: criteri più severi anticipano ulteriore calo prestiti nel 2024

L'ultimo Bank Lending Survey (BLS) condotto dalla BCE rileva l'esistenza di maggiori ostacoli alla concessione di credito alle imprese e alle famiglie a causa di un aumento della percezione del rischio

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Redazione

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I prestiti alle imprese hanno subito un brusco rallentamento negli ultimi mesi, per effetto do una serie di fattori, che non hanno a che vedere solo con l’aumentato costo del credito. E la situazione non è rosea per il 2024 perché alcuni indicatori segnalano un ulteriore rallentamento del mercato del credito in Eurozona, vitale per la crescita delle imprese e dell’economia. L’ultimo Bank Lending Survey (BLS) condotto dalla BCE rileva infatti l’esistenza di maggiori ostacoli alla concessione di credito alle imprese. Ma vediamone i risultati:

Il credito alle imprese ristagna: le ragioni

Gli standard creditizi, vale a dire gli orientamenti interni delle banche o i criteri di approvazione, per i prestiti concessi alle imprese si sono inaspriti moderatamente (4% delle banche) nel quarto trimestre del 2023. Ma questo si aggiunge al sostanziale inasprimento delle condizioni creditizie verificatosi a partire dal 2022, che ha contribuito, assieme alla debolezza della domanda, al forte calo della crescita dei prestiti alle imprese.

Le motivazioni che hanno spinto altre banche ad inasprire i criteri creditizi fanno riferimento alle prospettive economiche e alla situazione delle imprese, mentre l’impatto del costo del credito, della situazione patrimoniale delle banche, della concorrenza e della tolleranza al rischio è stato sostanzialmente neutro. In particolare, le banche nella maggior parte dei Paesi dell’Area Euro ha nno segnalato una percezione di maggiori rischi all’orizzonte.

Cosa attendersi

La BCE prevede che l’inasprimento creditizio (quello attuale e quello precedente) continuerà a frenare la crescita dei prestiti nei prossimi trimestri, dal momento che gli standard di credito rappresentano degli indicatori anticipatori (circa 5-6 trimestri in anticipo rispetto all’effettivo sviluppo della crescita dei prestiti), Ci si può aspettare quindi che i prestiti effettivi alle imprese rimangano deboli nel 2024.

Restrizioni anche nel credito alle famiglie

Le banche hanno inoltre segnalato un ulteriore inasprimento netto dei criteri di concessione del credito alle famiglie,  modesto per i prestiti immobiliari (mutui), pari a circa il 2%, e più pronunciato per il credito al consumo, pari all’11%.

La percezione del rischio è stata uno dei principali motori dell’inasprimento degli standard creditizi in entrambe le categorie. La minore tolleranza al rischio delle banche ha portato infatti all’inasprimento degli standard creditizi per la concessione di credito al consumo (prestiti su acquisti), mentre il leggero inasprimento nel segmento dei mutui immobiliari è stato determinato dai paesi più piccoli dell’Area Euro.

Sulla base di questa rilevazione, dunque, le banche si aspettano un ulteriore inasprimento netto dei criteri di credito in entrambe le categorie di prestiti nel primo trimestre 2024.

Ma cala anche la domanda di credito di imprese e famiglie

Le banche hanno nuovamente segnalato diminuzioni nette della domanda di credito da parte delle imprese, della domanda di mutui per l’edilizia abitativa e della domanda di credito al consumo e altri prestiti alle famiglie nel quarto trimestre del 2023.

Per tutte le tipologie di credito ciò che ha influito negativamente è il costo, ovvero il livello generale dei tassi di interesse. Inoltre, il calo degli investimenti fissi ha frenato la domanda di prestiti da parte delle imprese, mentre la debole fiducia dei consumatori e le prospettive del mercato immobiliare hanno ridotto la domanda di prestiti da parte delle famiglie.