Una recente relazione sui prestiti concessi agli italiani nel secondo trimestre del 2024 ha scoperto una tendenza sempre maggiore degli italiani a indebitarsi. Cambiano leggermente, rispetto al periodo precedente, i metodi tramite cui i consumatori contraggono debiti. Calano i prestiti alle famiglie ma aumentano i finanziamenti, con un problema di costi.
I tassi di interesse hanno infatti ricominciato a crescere dopo una breve frenata, nonostante la Bce abbia fatto calare il costo del denaro durante l’ultimo periodo. In Italia inoltre i prestiti al consumo rimangono più costosi rispetto al resto d’Europa, soprattutto a Francia e Germania.
I dati dei prestiti degli italiani: aumentano i finanziamenti
First Cisl ha eseguito un’analisi di alcuni dati della Bce riguardo ai prestiti concessi in Italia nel secondo trimestre del 2024, quello che va da aprile a giugno. Calano, stando a queste rilevazioni, i prestiti alle famiglie, di circa lo 0,1%. Continuano invece ad aumentare le domande di credito al consumo, come il pagamento a rate.
In media nel nostro Paese la crescita di questo tipo di finanziamenti sul trimestre precedente, il primo dell’anno, è stata dell’1,8%. Dai 162.419 miliardi di euro chiesti in prestito per il pagamento di beni o servizi dai consumatori dei primi tre mesi del 2024 si è passati ai 165.278 miliardi di euro del secondo trimestre.
Non tutte le regioni italiane però hanno seguito la stessa traiettoria per quanto riguarda questi dati, anche se in nessuna di esse si è verificato un calo. Quelle dove la crescita è stata maggiormente significativa sono state Valle d’Aosta (+ 2,3%), Lombardia (+ 2,15%) e Toscana (2,13%), ma hanno superato la media nazionale anche Emilia Romagna (+1,96%), e Trentino Alto Adige (+1,84%). Le regioni dove invece l’incremento è stato minore sono state la Sardegna (+0,99%) e la Basilicata (+1,36%).
In Italia i prestiti costano di più che nel resto d’Europa
Questa tendenza sempre in aumento a chiedere prestiti sotto forma di finanziamenti per i consumi è particolarmente penalizzante per il potere d’acquisto dei consumatori italiani. Nel nostro Paese infatti questi prestiti sono molto più costosi che nel resto d’Europa. Nei Paesi comparabili per dimensioni e per volume dei prestiti al nostro, come Francia e Germania, interessi e costi sono molto più bassi di quanto lo siano in Italia.
L’indicatore sintetico di costo, o Taeg, fornisce un raffronto semplice con la situazione dei più grandi Paesi europei:
- Italia, Taeg medio 10,50%;
- Germania, Taeg medio 8,27%;
- Francia, Taeg medio 6,82%;
- Zona Euro (Paesi che utilizzano l’euro come moneta corrente) Taeg medio 8,55%.
I livelli di costo dei prestiti al consumo in Italia sono quindi molto più alti non solo dei Paesi che possono essere considerati come termine di paragone, ma anche in generale alla media degli Stati che la Bce ha considerato nel suo rapporto, quelli che utilizzano l’euro.
Questo è un problema soprattutto per i consumatori e per il loro potere d’acquisto. Chi sceglie un finanziamento e accede quindi al credito al consumo ha spesso la necessità di rateizzare le proprie spese per mancanza di liquidità immediata. Si tratta di fasce di popolazione dal tenore di vita medio-basso che vengono quindi ulteriormente punite dall’alto costo di questi finanziamenti.