Matrimoni in calo nel 2024, sposarsi costa oltre 20mila euro ma il problema è un altro

I matrimoni in Italia calano del 6,7% nel 2024. Sposarsi è sempre più caro, ma le ragioni della crisi non si fermano ai costi: cosa si cela dietro al crollo delle nozze

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 23 Novembre 2024 19:00

In Italia ci si sposa sempre meno, soprattutto se si guarda ai dati più tradizionali. L’istituzione del matrimonio, già da tempo in difficoltà, sembra oggi attraversare una crisi profonda e multifattoriale. Guardando i numeri: nei primi otto mesi del 2024 i matrimoni sono diminuiti del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Si conferma così un trend negativo che perdura da anni.

I recenti dati dell’Istat evidenziano come questa contrazione rifletta non solo l’impatto di costi sempre più elevati – con una spesa media per matrimonio che supera i 21,700 euro – ma anche il cambiamento delle priorità personali e il calo demografico. Chi sceglie di sposarsi (prime e seconde nozze, oltre alle unioni civili) muove un giro d’affari che secondo Assoutenti ha ormai raggiunto i 4 miliardi di euro. A conti fatti, questa istituzione tradizionale sembra essere sempre più difficile da sostenere a livello economico e culturale per molte coppie italiane.

Matrimoni in diminuzione, crescono le seconde nozze

Due i dati messi a confronto dall’Istat: nel 2023 sono stati celebrati 184.207 matrimoni, con un calo del 2,6% rispetto al 2022; mentre nei soli primi 8 mesi del 2024 il calo si è accentuato, arrivando a quota -6,7%. A diminuire sono soprattutto i “primi matrimoni” (-4,3%), mentre le seconde nozze hanno registrato un lieve aumento (+3,3%), raggiungendo il 24,1% del totale.

Il Mezzogiorno ha visto il calo più significativo, pari al 5,8%, mentre al Nord la contrazione è stata minima. Questo scenario, scrive Istat, riflette l’incremento delle convivenze more uxorio (ovvero conviventi di fatto), che si sono triplicate negli ultimi due decenni.

Il passaggio al secondo matrimonio è particolarmente diffuso tra le persone sopra i 50 anni, fascia d’età nella quale oltre il 52% degli sposi ha un divorzio alle spalle. La diffusione delle seconde nozze dice molto. Ci racconta un’Italia fatta di scelte individuali, ma anche di unioni che nascono per migliorare le condizioni economiche, con il costo della vita per i single che raddoppia rispetto a quello delle famiglie.

I motivi economici dietro i numeri

Dietro i freddi dati ci sono le scelte di vita, spesso dettate da difficoltà economiche. Il calo dei matrimoni può essere spiegato come conseguenza di un cambiamento culturale, ma anche in base alle difficoltà di risparmio degli italiani. Dopotutto il costo medio di un matrimonio in Italia ha raggiunto i 21,700 euro, escluse le spese per il viaggio di nozze.

Tra le voci più dispendiose ci sono il ricevimento (fino a 200 euro per ospite), l’abito da sposa (fino a 5.000 euro) e i servizi fotografici, che possono costare fino a 5.000 euro. Assoutenti denuncia che i costi delle nozze sono aumentati del 5% rispetto all’anno precedente, trasformando il matrimonio in un vero e proprio lusso.

Quanto costa sposarsi nel 2024? Le voci di spesa più significative includono:

  • ricevimento, fino a 200 euro per ospite, con location che arrivano a costare fino a 10.000 euro;
  • abiti: l’abito da sposa può costare tra 1.500 e 5.000 euro, mentre quello dello sposo tra 600 e 2.000 euro;
  • fotografia e video, dai 1.000 ai 5.000 euro, con l’uso crescente di droni per riprese sofisticate;
  • intrattenimento musicale, tra 800 e 3.000 euro;
  • estetica e parrucchiere, dai 1.000 ai 2.000 euro.

A fronte delle spese, molte coppie, soprattutto giovani, scelgono di rimandare o rinunciare del tutto al matrimonio, preferendo forme di convivenza meno onerose. Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, sottolinea come l’aumento dei prezzi sia uno degli ostacoli principali: “Sempre più coppie rinunciano a sposarsi perché non possono permettersi gli elevati costi del matrimonio”. Le proposte per aiutare le coppie ci sono (vedi il bonus matrimonio), ma spesso hanno paletti limitanti come l’obbligo di sposarsi in chiesa.

Nozze con una persona straniera o nuovi cittadini

Un aspetto interessante emerso dai dati Istat riguarda i matrimoni definiti “misti”, che rappresentano il 16,1% del totale. Nel 2023 infatti sono state celebrate 29.732 nozze con almeno uno sposo straniero, con una distribuzione particolarmente marcata nel Centro-Nord, dove 1 matrimonio su 5 coinvolge uno sposo non italiano. Tra questi, il 71,3% sono coppie miste, con lo sposo italiano che sceglie una partner straniera nel 75% dei casi.

È in aumento anche la quota di matrimoni che coinvolgono cittadini italiani per acquisizione, segno di un progressivo avanzamento nei processi di integrazione. Nel 2023, il 14,6% dei matrimoni misti ha visto la partecipazione di almeno un cittadino italiano naturalizzato.

Aumentano le unioni civili e l’età media degli sposi

Anche le unioni civili continuano a crescere, con un aumento del 7,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Questo trend è accompagnato da un cambiamento culturale e da una crescente accettazione delle coppie dello stesso sesso, seppure in un clima sempre più teso. Le unioni civili si concentrano maggiormente nel Nord Italia e nei grandi comuni come Roma e Milano.

Anche l’età media degli sposi continua a salire: nel 2023, gli uomini si sono sposati per la prima volta a 34,7 anni, mentre le donne a 32,7. Questo dato riflette le difficoltà economiche e lavorative che spingono i giovani a rimandare il matrimonio, privilegiando spesso la convivenza prematrimoniale.

Divorzi e separazioni in calo

Un ultimo dato segnalato è quello che arriva dal fronte delle separazioni e dei divorzi, entrambi in diminuzione rispetto al 2022. Le separazioni sono scese dell’8,4%, mentre i divorzi hanno registrato un calo del 3,3%. Che sia migliorato il rapporto nelle coppie?

Molti i motivi dietro il calo, anche in questo caso sono multifattoriali: dalle condizioni economiche che peggiorano dopo una separazione, a un più lungo periodo di convivenza prima del “sì” che permette alle persone di conoscersi meglio e utilizzare di meno lo strumento della separazione/divorzio. Infine anche il calo della natalità e delle nozze contribuisce a un minor numero di divorzi, facendo percepire il dato come “positivo”, ma in un contesto piuttosto instabile.

I dati quindi rispecchiano la crisi del matrimonio tradizionale in Italia e come questo stia attraversando una profonda trasformazione, influenzata sia da fattori economici che sociali e culturali.