Food delivery in crisi? Le big crollano in Borsa dopo la pandemia, in fumo 20 miliardi

Momento negativo per le aziende del food delivery che sentono la pressione degli investitori che chiedono interventi mirati per uscire dalla crisi in Borsa

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Le aziende big del food delivery sembrano arrancare in Borsa dopo gli ottimi risultati ottenuti durante la pandemia e nell’immediato post Covid. Per DoorDash, JustEat, Delivery Hero (Glovo)Deliveroo, infatti, sarebbero state registrate profonde perdite operative cumulate per oltre 20 miliardi di dollari, con l’andamento dei titoli che è in crollo. Una situazione che di certo non aiuta le aziende a pianificare il futuro, soprattutto perché investitori e azionisti di un certo peso hanno cominciato a fare importanti passi indietro, rifiutandosi di sostenere i business, fino a qualche anno fa redditizi, alla cieca e in uno scenario che sembrerebbe essere catastrofico al momento.

La crisi del food delivery

Una situazione che, tornando indietro a tre anni fa, sembrava impensabile. Eppure nel post pandemia sono state registrate perdite non di poco conto per il comparto del food delivery, le aziende delle consegne a domicilio che in Borsa hanno subito un pesante stop. Secondo quanto riportato nell’analisi approfondita del Financial Times, DoorDash, JustEat, Delivery Hero (Glovo) e Deliveroo hanno registrato perdite operative annuali cumulative di 20,3 miliardi di dollari.

Un dato in rosso importante, che copre i sette anni trascorsi da quando Deliveroo, Delivery Hero e DoorDash si sono quotate sui listini e dopo la creazione di Just Eat Takeaway a seguito di una fusione nel 2020 e che include sostanziali svalutazioni relative ad acquisizioni e compensi basati su azioni.

Uno scenario che sa di profonda crisi che si registra dopo un picco importante che aveva fatto ben sperare. La pandemia, infatti, era stata una spinta per le big delle consegne a domicilio, con i loro titoli che avevano toccato i massimi storici portando diversi investitori a finanziare le attività. Ma ora la musica sembra essere cambiata e più che una marcia trionfale sembra essere un mesto cammino che conduce verso il baratro.

Ma c’è ottimismo, perché di recente Just Eat, Deliveroo e Deliver Hero hanno spiegato di puntare al free cash flow positivo per il 2024, un traguardo già raggiunto dalla rivale DoorDash,

È fuga degli investitori?

Un momento negativo dal quale le big four sperano di uscire quanto prima. Mentre di Uber Eats si conosce poco, con l’azienda che non diffonde i dati scorporati della sua attività di food delivery, le altre cercano un modo di risollevarsi.

E lo devono fare con la consapevolezza di essere sotto pressione e di non poter sbagliare nelle scelte. Il FT infatti sottolinea che gli occhi di investitori e azionisti sono puntati sulle aziende di delivery, con l’intenzione di vedere qualcosa di diverso, di nuovo, capace di far cambiare il trend negativo degli ultimi mesi. Se no stop agli aiutiper finanziare le perdite.

Uno scenario che si tradurrebbe in una profonda crisi in cui, tra l’altro, non viene neanche considerato il peso dei rider. Da anni in lotta per ricevere rassicurazioni contrattuali, i corrieri sono ancora lontani dall’essere pagati come dovrebbero. E regolati e sindacati sono certi: se ai corrieri venissero pagati salari più alti i consumatori non sarebbero davvero disposti a pagare il costo reale della consegna del cibo. Un altro problema non di poco conto da considerare per le aziende del settore.