Come cambia il Pnrr: a quali progetti rinuncerà l’Italia

Preparato il piano di modifiche al Pnrr da presentare alla Commissione europea: ecco quali progetti possono saltare

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Alcuni progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) potrebbero essere eliminati o subire modifiche a causa dei vincoli di tempo e delle raccomandazioni provenienti dall’Unione Europea. Il governo Meloni, guidato dal ministro Raffaele Fitto, è sotto pressione per presentare le richieste di modifica alla Commissione europea entro un breve lasso di tempo. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha sollecitato l’Italia a presentare le richieste entro giugno, al fine di rispettare i tempi e garantire il flusso dei finanziamenti, compresi quelli destinati al 2023. Tuttavia, Fitto non ha ancora ricevuto il dossier da alcuni ministeri, e la scadenza per la presentazione delle richieste di modifica è fissata al 31 agosto.

È probabile che alcuni progetti siano considerati irrealizzabili fin da ora, e potrebbero essere eliminati. Altri potrebbero subire ridimensionamenti o essere sostituiti da interventi alternativi. La decisione finale su quali progetti saltare dipenderà dalle valutazioni del governo Meloni, in base alle raccomandazioni dell’Unione Europea e alle risorse disponibili. Inoltre, c’è un’altra sfida legata allo sblocco della terza rata di finanziamenti, del valore di 19 miliardi di euro, che è già in ritardo. Questa questione è collegata anche al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), per il quale la Commissione europea chiede una ratifica rapida da parte dell’Italia.

I tagli all’edilizia scolastica

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha manifestato l’intenzione di ridurre alcuni progetti previsti dal Pnrr, in particolare quelli legati all’edilizia scolastica e agli asili nido. Valditara ha sottolineato che il numero di interventi previsti per mettere in sicurezza le scuole (2.100) e costruire o ampliare le mense (1.000) è eccessivo. Ha espresso la volontà di ridurre gli obiettivi in queste aree, poiché i costi attuali superano le stime effettuate durante la stesura del Piano. Ciò significa che con lo stesso budget saranno possibili meno interventi. Inoltre, Valditara ha menzionato anche i tagli previsti per gli asili nido, sebbene non siano specificati ulteriori dettagli riguardo a quali interventi specifici verranno ridotti.

Tali decisioni di riduzione o taglio dei progetti sono probabilmente motivate dalla necessità di adattare il Pnrr alle risorse disponibili e di garantire un utilizzo efficiente dei fondi. Il governo potrebbe rivedere le priorità e concentrarsi su interventi considerati più urgenti o ritenuti di maggiore impatto.

Per l’università si punta a più alloggi per studenti, tagli ai dottorati

Secondo le informazioni fornite, la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha l’obiettivo di incrementare lo stanziamento di fondi per gli alloggi degli studenti. Desidera aumentare l’importo di 500 milioni di euro, portando così il totale a 1,1 miliardi di euro. L’obiettivo di questo aumento è quello di realizzare 52.500 posti letto entro tre anni e potenzialmente ridurre i costi degli alloggi per gli studenti, magari attraverso una riduzione dei canoni di locazione.

D’altra parte, sembra che Bernini voglia invece tagliare i fondi destinati ai dottorati innovativi. Invece, si focalizza sull’aumento delle borse di studio per i ricercatori. Questo suggerisce che il ministero dell’Università potrebbe riorientare le risorse verso altre priorità, come il sostegno finanziario diretto per i ricercatori anziché per i programmi di dottorato specifici. È importante tenere presente che le politiche e le decisioni relative al bilancio e ai finanziamenti possono essere soggette a cambiamenti nel processo legislativo e alle negoziazioni politiche. Pertanto, è possibile che le proposte di Bernini subiscano ulteriori modifiche o revisioni nel corso del processo di approvazione e attuazione.

Salvini rinuncia (ma non del tutto) a due tratte ferroviarie

Anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è pronto a rinunciare a due tratte ferroviarie finanziate dal Pnrr: la Roma-Pescara e la Orte-Falconara. In realtà non c’è l’intenzione di sacrificare le opere, ma si punta a realizzarle con altri fondi. L’idea è di recuperare delle risorse del Pnrr per investirle in altro modo, per esempio sulle condotte idriche.