La Cina indaga sui dazi e i sussidi dell’Ue: nuova guerra commerciale in arrivo?

Pechino ha deciso di indagare sui dazi e sui sussidi dell'Unione europea dopo i dazi sulle auto elettriche

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il ministero del Commercio della Cina ha aperto un’indagine che riguarda i dazi e i sussidi dell’Unione europea, in seguito alla decisione di Bruxelles di imporre tariffe sulle auto elettriche. L’Europa ritiene che lo Stato cinese sussidi le sue aziende e che questo comporti una pratica commerciale sleale.

Questa indagine potrebbe portare a serie conseguenze per l’economia europea. Spesso, come dimostrano i recenti avvenimenti tra Usa e Cina, i dazi portano a una simile risposta da parte del Paese colpito e a lungo andare il degradarsi delle relazioni economiche può trasformarsi in una guerra commerciale.

La Cina indaga sui dazi dell’Ue

Il 5 luglio sono entrati in vigore i dazi voluti dall’Ue sulle automobili elettriche cinesi. Saranno in vigore per quattro mesi e, se al termine il Consiglio dell’Unione Europea li confermerà, perdureranno fino a 5 anni. Le aziende colpite, tra cui la più grande produttrice di veicoli a batteria al mondo, BYD, saranno penalizzate con un aumento del costo delle importazioni dei propri prodotti che varia tra poco meno del 20% e più del 30%.

Una scelta dettata soprattutto dal sospetto della Commissione europea che lo Stato cinese sussidi le proprie aziende, permettendo loro di produrre a costi molto più bassi rispetto a quelle occidentali e di conseguenza, di vendere le proprie auto a prezzi molto inferiori. Una pratica commerciale scorretta, secondo Bruxelles, che sarebbe limitata da questi dazi.

La Cina ha risposto avviando un’indagine, tramite il ministero del Commercio, proprio sui dazi e anche sugli incentivi che l’Unione europea assicura ad alcune aziende del Vecchio continente. Si tratta di una reazioni piuttosto prevedibile ai dazi, che mettono un ostacolo sulla strada che la Cina ha imboccato per diventare il principale centro di produzione di tutti i beni necessari per la transizione energetica.

Il rischio di una guerra commerciale tra Cina ed Europa

Spesso l’imposizione di dazi commerciali comporta una reazione simile da parte di chi li subisce. Questa situazione è stata resa palese dalla vera e propria guerra commerciale scoppiata tra Usa e Cina durante la presidenza di Donald Trump ma proseguita anche dall’amministrazione democratica di Joe Biden. Anche le auto elettriche sono finite nel mirino di questi dazi, anche se per ragioni diverse, più legate alla sicurezza nazionale, di quelle addotte dall’Ue.

La situazione potrebbe peggiorare in modo simile anche tra Unione Europea e Cina, in particolare se l’indagine del ministero del Commercio cinese dovesse concludersi in maniera negativa per l’Europa. In quel caso Pechino potrebbe imporre dazi di ritorsione contro i prodotti che l’Ue esporta in Cina. La posizione del Paese asiatico non è però ottimale.

La Cina infatti esporta in Europa oltre 200 miliardi di dollari di beni in più di quanti ne importi dall’Ue. Un deficit commerciale ridottosi fortemente nel 2023, dopo che tra il 2020 e il 2022 aveva raggiunto livelli record, ma comunque estremamente rilevante. Pechino ha quindi molto più da perdere rispetto a Bruxelles da una guerra commerciale, anche se, esattamente come accaduto per gli Usa, le economie di entrambi i colossi potrebbero risentirne. La Cina inoltre, già isolata per il crollo delle relazioni con Washington, difficilmente può rischiare di tagliare i ponti anche con l’Europa.