Il prezzo del caffè torna ai massimi a giugno, perché adesso costa di più

Una serie di circostanze ha fatto aumentare notevolmente i prezzi del caffè portando l'espresso vicino a 1,20 euro

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il prezzo del caffè è tornato ad aumentare sui mercati internazionali. Arabica e Robusta, le due miscele più utilizzate in commercio, stanno tornando a livelli simili a quelli delle vette di aprile a causa di una serie di fattori che stanno influenzando il mercato globale delle materie prime alimentari.

Il caffè presenta poi problemi specifici che non riguardano altre colture. La sua pianta è molto delicata. Oltre a richiedere una cura particolare perché abbia una crescita regolare e sufficiente a sostenere le coltivazioni, subisce molto gli effetti del maltempo e dei cambiamenti climatici. Il clima arido in Vietnam e il grave maltempo in Brasile stanno favorendo infatti un calo della produzione e quindi l’aumento dei prezzi.

Perché aumenta il prezzo del caffè

Molte materie prime alimentari che avevano avuto un picco di prezzo ad aprile 2024, per poi rallentare tra le fine del mese e l’inizio di maggio, sono tornate a crescere sui mercati internazionali. È il caso del cacao, ma anche del caffè, a cui culturalmente l’Italia è particolarmente interessata.

I contratti futures per la miscela Robusta sono tornati a superare i 4mila dollari alla tonnellata, mentre quelli per l’Arabica sfiorano i 300 dollari. Il caffè è considerato una commodity, dato che al pari di altre materie prime, come il cacao ma anche il petrolio, è scambiato sui mercati internazionali in quantità fisse dato che le sue qualità vengono considerate grosso modo equivalenti.

Le ragioni principali di questo aumento di prezzo dovrebbero essere due. La prima riguarda tutte le materie prime che, come il caffè, hanno una filiera geograficamente molto estesa. I principali mercati si trovano infatti in occidente, ma la coltivazione della pianta di caffè avviene soltanto in alcuni specifici climi, che si trovano molto lontani dai mercati di riferimento. Di conseguenza variazioni nei prezzi dei trasporti influiscono di più su queste commodity che su altri.

Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio l’intero settore dei trasporti marittimi ha vissuto un aumento dei prezzi significativo. La media del trasporto du un container da 40 piedi, unità di misura base di questo mercato in gergo chiamata Teu, ha superato a fine maggio i 4mila dollari in media. Le ragioni sono varie, dalle tensioni geopolitiche a un anticipo della stagione di stoccaggio in vista delle festività invernali. Il risultato però è che merci con una lunga filiera, costrette ad attraversare mezzo mondo per arrivare ai propri mercati di riferimento, stanno aumentando rapidamente di prezzo.

Il problema climatico in Vietnam e Brasile

La filiera del caffè ha altri problemi intrinseci che non riguardano soltanto la sua estensione geografica. La pianta di caffè è molto particolare e delicata. Necessita di climi molto specifici in cui crescere in modo che le rese ne rendano giustificabile la produzione industriale. Per questo la produzione è concentrata in pochi Paesi che possono dedicare una grande quantità di terreno a questa coltivazione.

In cima alla classifica ci sono Brasile e Vietnam, che da soli, con le loro quasi 5 milioni di tonnellate prodotte all’anno, esportano più caffè dei successivi 10 Paesi concorrenti nella classifica sommati. Negli ultimi mesi però, questi Paesi hanno avuto seri problemi dal punto di vista climatico.

Il Vietnam è stato colpito da un caldo anomalo e da una siccità che stanno avendo effetti devastanti su tutto il territorio. Le temperature hanno superato i 44 gradi, ma è la situazione della siccità a preoccupare di più. Nella provincia del Dal Lak, nel sud del Paese, sono previste il 50% di precipitazioni in meno rispetto alla media stagionale. Un problema importante dato che il clima tropicale e monsonico dell’area del sud est asiatico si basa sull’accumulo di acqua nella stagione umida in vista di quella secca.

Il Brasile ha il problema inverso. Non un caldo estremo, ma un maltempo prolungato che durante il mese di maggio ha causato oltre 100 morti in alcune delle regioni più colpite del Paese. Danni seri anche all’agricoltura, tra cui anche alle piantagioni di caffè da cui dipende il prezzo della miscela arabica, che non a caso è quella il cui costo sui mercati internazionali è salito maggiormente.

Nonostante le piogge intense su parte del Paese, anche in Brasile la siccità rischia di essere un problema. Nella regione del Minas Gerais, che produce circa il 30% del caffè miscela arabica mondiale, non si registra alcuna precipitazione significativa da più di 5 settimane. La combinazione di questi eventi straordinari sta mettendo in risalto tutta la debolezza della filiera del caffè e gli effetti arrivano fino in Italia.

Gli effetti sull’espresso al bar

L’effetto principale di questo aumento dei prezzi del caffè in Italia lo si percepisce al bar. Il prezzo infatti non ha un impatto enorme sul caffè comprato al supermercato, ma molto di più sulle tazzine di espresso. Spesso i bar infatti tengono il costo della bevanda basso, attorno a 1 euro, per attrarre consumatori. Altrettanto spesso però è difficile rientrare dalle spese con questo prezzo e quindi quando la materia prima aumenta, il listino dell’espresso sale.

Tra il 2021 e il 2024 in media il prezzo di un caffè al bar è aumentato del 15%, portando a circa 1,18 il listino medio. Ci sono però grosse differenze tra le singole regioni e città italiane. Bolzano e Trento sono le città dove un espresso costa di più, 1,38 e 1,31 euro rispettivamente. Soltanto Catanzaro si mantiene sotto all’euro, a 0,99 centesimi. Se al nord si paga di più il sud invece fa record di aumenti con Pescara in testa al +28% e Bari, Catanzaro e Palermo tutte sopra al 20% in media. Aosta rimane invece la città dove gli aumenti sono stati più contenuti in assoluto, soltanto il 2,9%.

“Temiamo che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare nelle prossime settimane a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar (caffè, cappuccino, ecc.) sia per il caffè in polvere venduto nei supermercati. Anche pochi centesimi di aumento determinerebbero una stangata sulle tasche dei consumatori, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno per un giro d’affari dell’espresso pari a circa 7 miliardi di euro annui” afferma il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso.