Boom di vendite per questo storico marchio italiano

Il fatturato di Campari Group nel 2023 va alle stelle: su le vendite in tutte le aree, con gli Stati Uniti che guidano l'impennata. E salgono anche investimenti pubblicitari e attenzione per l'ambiente.

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

In casa Campari si brinda. Dopo i buoni risultati del 2022, il 2023 si apre con l’euforia di un +25% nelle vendite, pari a 667,9 milioni di euro.

Sale il fatturato di Campari Group

Il motore del successo sono gli Usa, dove il margine operativo lordo è salito del +25,1% (389,7 milioni). E l’utile prima delle tasse segna un +24,8% rispetto all’anno precedente (133,6 milioni). Le vendite nelle Americhe pesano per il 47% del totale e sono aumentate nel complesso del +19,5% (con gli Usa a quota +23%). La spinta arriva in particolare da alcuni prodotti: Espolòn, Wild Turkey, Russell’s Reserve, Campari e Aperol. Cala invece Grand Marnier. Il Gruppo, ammette il Ceo di Campari Group Kunze-Concewitz, si aspetta un’inversione del trend principalmente a causa dell’indebolimento del dollaro statunitense.

“Guardando al resto del 2023, rimaniamo fiduciosi sulla dinamica positiva dello slancio del business nelle combinazioni chiave di brand e mercato grazie alla forza dei nostri marchi, e al buon andamento del canale on-premise. Contestualmente, nell’attuale contesto macroeconomico caratterizzato da continua volatilità confermiamo la previsione di margine EBIT-rettificato stabile in percentuale sulle vendite nette a livello organico nel 2023 su base annuale”, dice l’austriaco Bob Kunze-Concewitz.

“Sebbene l’inflazione sui costi di produzione cominci a mostrare primi segni di rallentamento, l’andamento della marginalità sconterà progressivamente l’effetto degli aumenti prezzi riflessi nella base di confronto nel corso dell’anno, oltre all’evoluzione del mix delle vendite e alla normalizzazione della crescita dei volumi”, aggiunge Kunze-Concewitz.

Campari nel frattempo guarda a Oriente: “Continuiamo a portare avanti la nostra strategia di crescita nell’area Asia-Pacifico rafforzando il nostro assetto distributivo per aumentare ulteriormente il nostro focus sui brand. In particolare – prosegue Kunze-Concewitz – abbiamo deciso di accelerare l’acquisizione di quote di maggioranza nelle nostre joint-venture commerciali locali in Giappone e Nuova Zelanda, attraverso un esercizio anticipato di opzioni call, con la conseguente inclusione nella nostra rete di distribuzione diretta”. Il mercato dell’area Asia e Pacifico ha registrato un +14%.

Per quanto riguarda poi Sud Europa, Medio Oriente e Africa si registra un +23,5%. Il mercato principale nell’area è quello italiano che nel primo trimestre 2023 ha registrato un +21,6%. Guidano le vendite Aperol, Campari, Crodino, Campari Soda e Aperol Spritz ready-to-enjoy. Il Nord, Centro ed Est Europa hanno registrato un +16%.

Lo storico marchio italiano ha spostato la sua sede legale in Olanda, ma la residenza è rimasta in Italia.

Fra le persone più ricche al mondo ci sono anche 64 italiani, uno dei quali è Luca Garavoglia, presidente del Gruppo Campari, con un patrimonio di 4,1 miliardi di dollari.

Su anche la spesa pubblicitaria

Intanto cresce anche la spesa pubblicitaria: nel trimestre, a livello globale, il Gruppo Campari ha investito un +13,7% nella spesa per pubblicità e promozioni. Si parla di 90,1 milioni a fronte dei 79,2 milioni del primo trimestre 2022, pari a un +10,4% a livello organico.

Campari Group e la sostenibilità ambientale

Campari si allinea alla nuova sensibilità ecologica annunciando un minore impatto ambientale. L’obiettivo è quello di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050, ma anche quello di abbattere le emissioni di gas serra (espresse in chili di CO2 per litro d’aria) del 55% entro il 2025 fino ad arrivare al 70% entro il 2030. L’anno zero utilizzato come riferimento per i valori è il 2019. Si tratta di un obiettivo al rialzo rispetto a quello espresso in precedenza che si prefiggeva di raggiungere un -20% entro il 2025 e un -30% entro il 2030.

Campari Group si impegna poi a ottenere elettricità da fonti rinnovabili per almeno il 90% del fabbisogno di tutti i suoi siti produttivi. Per quanto riguarda il consumo d’acqua l’obiettivo è segnare un -62% entro il 2030.