Sette persone tra cui alcuni dirigenti di Autostrade per l’Italia, l’azienda che gestisce una parte consistente delle infrastrutture autostradali italiane, sarebbero indagate dalla procura di Roma con l’accusa di falso in bilancio. La procura avrebbe individuato queste irregolarità risalenti all’inizio degli anni 2000.
I vertici di Aspi sono accusati di aver allocato erroneamente alcuni fondi ricavati di dai pedaggi, parte dei quali andrebbe investita in progetti di manutenzione e miglioramento dell’infrastruttura autostradale. Si parla di 500 milioni di euro in totale.
L’inchiesta della procura di Roma su Autostrade per l’Italia
La procura di Roma ha aperto un’indagine su sette persone per falso in bilancio in Autostrade per l’Italia. Tra gli indagati anche l’amministratore delegato dell’azienda Roberto Tomasi e l’ex ad Giovanni Castellucci, che ha ricoperto questa carica dal 2005 al 2019. L’accusa è quella di aver utilizzato in maniera illegittima circa 500 milioni di euro ricavati dai pedaggi autostradali.
Secondo la legge, Autostrade per l’Italia deve dedicare una parte del ricavato di quanto pagano gli automobilisti per accedere alla rete a progetti di miglioramento o di manutenzione delle autostrade. Questo vale anche se un progetto a cui vengono allocati i fondi viene annullato o rimandato. Il denaro stanziato deve tornare in un fondo apposito, ma il bilancio di Aspi non rifletterebbe questa pratica.
L’indagine è stata raccontata dal quotidiano la Repubblica e i reati ipotizzati per gli indagati non si limiterebbero al falso in bilancio. La procura ipotizza anche l’aggiotaggio, l’ostacolo alla vigilanza e la manipolazione del mercato. Gli investigatori stanno approfondendo le indagini e chiarendo le posizioni di tutte le persone coinvolte nell’inchiesta. Autostrade ha risposto dichiarando di aver agito con trasparenza.
La risposta di Autostrade per l’Italia
“Si apprende dagli organi di stampa la notizia relativa all’ipotesi di falso in bilancio, per la presunta non corretta allocazione contabile di un fondo per la manutenzione e la realizzazione di opere autostradali” ha scritto in un comunicato di risposta alla diffusione della notizia dell’indagine della procura di Roma Autostrade per l’Italia.
“Da quanto è possibile desumere dai mezzi di informazione, l’indagine riguarderebbe impostazioni contabili risalenti ai primi anni Duemila” ha chiarito Autostrade per l’Italia, sottolineano che il periodo di cui si occupa l’indagine risale a quasi 20 anni fa e quindi non coinvolge direttamente l’attuale dirigenza.
“L’attuale vertice di Aspi, certo di aver agito sempre in totale trasparenza, secondo legge e con le verifiche di tutti gli organi di controllo preposti, esprime piena fiducia in tutte le Autorità competenti e manifesta sin da subito la massima disponibilità a fornire ogni opportuno chiarimento” conclude il comunicato dell’azienda.