Auto elettriche, Ue ferma sul 2035 e ipotesi congelamento per le multe sulle emissioni

Il tavolo Ue sulle auto elettriche guidato da Ursula von der Leyen va avanti e conferma lo stop dei veicoli endotermici nel 2035: ci sono anche le ipotesi per il congelamento delle multe sulle emissioni e la standardizzazione delle batterie

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 3 Dicembre 2024 22:14

L’Ue non cambia strada, ma, anzi, conferma che per permettere il passaggio completo alle auto elettriche entro il 2035 dovrà fermarsi la produzione di quelle a motore termico. L’Italia, dunque, vede sempre più sfumare il progetto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di proporre e ottenere la proroga della scadenza. La decisione è stata presa dal cosiddetto tavolo von der Leyen, con la presidente della Commissione europea che starebbe anche valutando l’ipotesi di congelare le multe alle case automobilistiche dovute al mancato rispetto dei parametri stabiliti di emissione.

Auto elettriche, resta lo stop a diesel e benzina nel 2035

La decisione della Commissione europea di non prorogare a dopo il 2035 il passaggio totale alle auto elettriche era già stata in parte annunciata dalla vicepresidente con delega alla Transizione pulita Teresa Ribera che aveva precisato che non si trattasse di un’ipotesi presa anche solo in considerazione.

“La questione sul tavolo – aveva aggiunto Ribera – è come accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione in corso e in una corsa industriale globale attivata da anni”, mantenendo “stabilità” sulle tempistiche.

Il possibile congelamento delle multe sulle emissioni

Proprio per realizzare quanto auspicato dalla vicepresidente Ribera, ovvero una cambiamento stabile dell’industria automobilistica, Bruxelles starebbe valutando l’ipotesi di congelare le multe sulle emissioni alle case automobilistiche così come anche l’introduzione di carburanti alternativi.

A tal punto è bene ricordare che l’attuale regolamento Ue prevede che, in aggiunta allo spegnimento del motore endotermico entro il 2035, dal prossimo anno venga attuata una riduzione del 19% delle emissioni per chilometro per le auto nuove e del 55% entro il 2030. Le case automobilistiche che non dovessero rispettare questi parametri, potranno essere oggetto di sanzioni che, secondo le stime dell’Associazione costruttori europei (Acea), potrebbero corrispondere a un totale di 15-17 miliardi di euro.

Congelando le sanzioni, invece, l’Ue potrebbe evitare di gravare sulle aziende in questa fase di transizione, agevolando di fatto il passaggio all’elettrico. Tutto, al momento, rappresenta comunque soltanto un’ipotesi.

La standardizzazione delle batterie

Sul tavolo von der Leyen figurano anche altre opzioni per evitare di aggravare ulteriormente il già delicato settore dell’automotive europeo. Così come riferito al Financial Times da Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo dell’Ue per la Prosperità e la Strategia industriale, “la Commissione si concentrerà sulla standardizzazione delle batterie e sulla creazione di infrastrutture di ricarica mentre per quanto riguarda la domanda, esaminerà i programmi di leasing sociale, come quello fortemente sovvenzionato che si sta sperimentando in Francia”.

Le flotte aziendali delle aziende

C’è poi un altro aspetto sul quale presto andrà presa una decisione in sede europea, ovvero come comportarsi con le flotte aziendali di realtà attive nei settori del trasporto e della logistica come Uber o Dhl. Per Séjourné c’è, in questo caso, un problema principale, l’assenza di “un mercato secondario per le auto elettriche”. “Il prezzo (dei veicoli a batteria, ndr) è molto dissuasivo e non c’è altro che il nuovo in vendita – ha aggiunto – Dobbiamo quindi creare un mercato dell’usato e il modo migliore è utilizzare le flotte professionali, che poi finiscono ai privati”.