La Camera salva temporaneamente le auto aziendali dal nuovo sistema di tassazione dei cosiddetti “fringe benefit“, previsto dalla Manovra 2025. La commissione Attività produttive della Camera ha dato il via libera a un emendamento che introduce un regime transitorio, valido fino a giugno 2025.
Questo di fatto esenta le auto aziendali dalla nuova imposizione fiscale. Il tema potrebbe riproporsi nel corso del secondo semestre del 2025.
Le nuove regole
La misura approvata annulla temporaneamente quanto previsto inizialmente dalla Manovra 2025, che introduceva un aumento della tassazione sulle auto aziendali. Il provvedimento, inserito nel cosiddetto Decreto Bollette, è atteso alla Camera il 14 aprile e passerà successivamente al Senato per la seconda lettura.
Prima delle modifiche introdotte dalla Manovra, la tassazione dei fringe benefit sulle auto aziendali si basava su una percentuale del costo chilometrico, calcolata in base alle emissioni di CO₂ del veicolo: si partiva dal 25% per i modelli con emissioni inferiori a 60 g/km, fino ad arrivare al 50% per quelli con emissioni superiori a 190 g/km.
Il nuovo sistema cambia criterio: non sono più le emissioni a determinare l’imponibile, ma il tipo di alimentazione. In questo scenario, benzina e diesel sono tassati al 50%, le ibride plug-in al 20% e i veicoli elettrici solo al 10%. Di fatto, la Manovra introduce un trattamento fiscale più vantaggioso per le auto aziendali a basse emissioni, incentivando l’adozione di soluzioni ibride ed elettriche.
Cosa prevede l’emendamento
Grazie al nuovo emendamento, viene introdotto un regime transitorio che tutela chi ha ordinato un’auto aziendale entro il 31 dicembre 2024, con consegna prevista entro giugno 2025. In questi casi, continueranno ad applicarsi le regole precedenti per il calcolo della tassazione sui fringe benefit. In concreto, chi rientra in questo regime transitorio potrà beneficiare di una tassazione più favorevole basata esclusivamente sul livello di emissioni del veicolo, senza che il tipo di alimentazione incida sull’imponibile.
E le società non rinnovano il loro parco auto
La notizia dell’emendamento è una boccata d’ossigeno per aziende e dipendenti, anche se solo per pochi mesi. Ma il nuovo regime fiscale non solo sta frenando il rinnovo dei parchi auto aziendali, con 4 fleet manager su 10 che hanno già scelto il rinvio, ma porterà ad un forte aumento dei costi dei canoni di noleggio e nel medio periodo cambierà la composizione delle flotte, a scapito anche di quelle vetture full-hybrid.
Lo attesta il sondaggio “Caro Fisco ti scrivo”, presentato pochi giorni fa all’undicesima edizione del Fleet Motor Day. Dall’indagine condotta su un campione di 98 fleet e mobility manager, responsabili complessivamente di circa 83mila veicoli aziendali, emerge un chiaro effetto della nuova normativa in vigore da gennaio 2025: oltre il 40% delle aziende ha deciso di posticipare il rinnovo della flotta e indirettamente invecchiando il loro parco auto, optando per un’estensione dei contratti attuali. Inoltre, l’11% ha avviato una rinegoziazione con le società di noleggio, puntando a modificare il veicolo o la motorizzazione prevista dal contratto per orientarsi verso soluzioni più vantaggiose sotto il profilo fiscale.
Secondo il sondaggio, una delle criticità più evidenziate riguarda il trattamento fiscale riservato alle full hybrid, che, pur rappresentando un’opzione concreta per la decarbonizzazione, vengono equiparate alle vetture a benzina o diesel in termini di fringe benefit. Questo scenario, secondo l’indagine, porterà un fleet manager su tre a escluderle dalle nuove car list. Il 22% preferirà prorogare i contratti in corso per evitare gli impatti della nuova normativa, mentre un ulteriore 22% continuerà a mantenere le full hybrid in flotta nonostante la penalizzazione fiscale.