La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta all’assemblea di Confindustria, parlando di diversi temi economici che riguardano il futuro dell’Italia. La premier si è detta fiduciosa sul fatto che l’economia del nostro Paese possa raggiungere una crescita annua dell’1% nel 2024, risultato leggermente superiore alle previsioni della Commissione europea.
Le ha risposto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha sottolineato l’importanza della presenza di riforme strutturali già all’interno del Piano Strutturale di Bilancio che il Governo dovrà presentare a breve alla Commissione europea. Orsini ha inoltre lodato il rapporto di Draghi sulla competitività europea, invitando a maggiore collaborazione a livello comunitario per affrontare le sfide globali.
L’intervento di Meloni all’assemblea di Confindustria
Durante l’assemblea di Confindustria, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto un lungo intervento sui temi economici più importanti e sulle ultime notizie politiche che hanno riguardato il Governo. La premier ha tracciato uno scenario della situazione italiana, dalla crescita alle imprese, fino ad arrivare all’imminente manovra finanziaria.
La crescita e le imprese
Giorgia Meloni ha cominciato parlando della crescita italiana. Dopo un 2023 sotto le attese, con un aumento del Pil limitato sotto il punto percentuale, l’obiettivo del Governo è quello di far tornare il Paese a crescere oltre quella soglia.
“Sono fiduciosa che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione: continuo a ritenere che il +1% del Pil sia a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri, ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni davanti all’assemblea.
“Non è lo Stato a creare ricchezza, ma le imprese e i loro lavoratori. Lo Stato deve fare la sua parte, creare l’ambiente più favorevole possibile. E abbiamo garantito stabilità, che in Italia è una eccezione” ha chiarito, ribadendo un atteggiamento il più possibile di stampo liberale che dovrebbe caratterizzare l’azione del Governo.
“Abbiamo disegnato una strategia per la nazione, e se non ci sono idee non ci possono essere investimenti. Abbiamo dato chiaro il messaggio che lo Stato non avrebbe disturbato chi voleva fare ma gli avrebbe camminato accanto come un alleato. Abbiamo anche detto dei ‘no’ quando andavano detti, perché i soldi dei cittadini non si gettano dalla finestra” ha poi concluso la premier sul tema.
La manovra e le famiglie
Il tema principale degli ultimi mesi è però la legge di bilancio. Il Governo si trova a dover affrontare una manovra complessa, con poche risorse e la necessità di presentare in Europa un Piano Strutturale di Bilancio che includa una strategia credibile di riduzione del debito pubblico e del deficit.
“Noi vogliamo seguire la stessa impostazione avuta finora e che mi pare qui condivisa: leggi di bilancio ispirate a buonsenso e serietà, che concentrano le non molte risorse a disposizione nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro, nel rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie” ha dichiarato Meloni, facendo intendere che lo spazio di manovra per la legge di bilancio non sia molto.
“Riserveremo particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica, e nella difesa della salute dei cittadini” ha poi aggiunto la presidente del Consiglio, facendo accenno alla crisi demografica e della natalità che si sta verificando da diversi anni in Italia e che il Governo ha promesso di affrontare con politiche mirate.
La nomina di Fitto e il Green Deal
Meloni si è poi soffermata su alcuni temi europei, tra cui la nomina del ministro Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione europea e l’approccio alla transizione ecologica dell’esecutivo Ue.
“Penso che quello di Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione europea sia un risultato che ci deve inorgoglire tutti, da portare a casa con il contributo di tutti, perché non è commissario di governo ma italiano e l’Italia deve fare quel che può per aiutarlo a ricoprire un incarico così importante” ha dichiarato la premier.
Meloni ha poi continuato sul Green Deal: “Decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione è una debacle. L’impegno per correggere queste scelte. Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell’Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell’Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano”.
Orsini sprona il Governo: “Riforme o stallo”
È intervenuto all’assemblea di Confindustria anche il presidente Emanuele Orsini, che ha spronato il Governo sul tema delle riforme, già dal Piano Strutturale di Bilancio, in modo da rilanciare la produttività italiana. Sull’Europa ha lodato il rapporto Draghi sulla competitività, sottolineando le minacce provenienti dalle superpotenze globali come Cina e Usa.
“Ci aspettiamo [che il Piano Strutturale di Bilancio] includa quelle riforme e quegli investimenti che sono assolutamente necessari. Bisogna prevedere serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr, la spinta che ci deve dare Industria 5.0. Altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro” ha esordito Orsini.
“Dobbiamo definire le priorità, e far convergere le risorse disponibili, immaginando una cornice pluriennale di finanziamenti pubblici e privati per difendere e potenziare le filiere industriali strategiche” ha sottolineato, chiedendo maggiore impegno da parte del Governo per rilanciare i settori più importanti dell’economia italiana.
Orsini ha poi parlato del tema dei contratti nazionali e dei salari italiani, che rimangono in media tra i più bassi dell’Europa occidentale: “Noi e i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto. Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria prevede nelle sue qualifiche contrattuali retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato”.
Il presidente di Confindustria ha infine lodato il lavoro di Mario Draghi nel rapporto sulla competitività europea: “Le sfide da affrontare per l’Unione dei 27 sono ciclopiche. Ci conforta che il rapporto del presidente Mario Draghi abbia riportato con profondità e completezza le istanze delle nostre imprese, su cui da tempo richiamiamo l’attenzione”.