Una storia che ha dell’incredibile, quella di Spancer Elden, che riporta la memoria collettiva indietro nel tempo. Di colpo, negli ultimi giorni, il mondo interno si è ritrovato a parlare dello storico album “Nevermind” dei Nirvana. La band di Kurt Cobain ha consegnato quel disco alla storia, visivamente ben noto per la copertina, che vede un bambini sott’acqua, fotografato mentre tenta di afferrare una banconota. Un dollaro all’amo che tutti ben conoscono ma che, dopo ben 30 anni, pare abbia ormai stancato il suo protagonista.
Spencer Elden, infatti, non è altri che quello stesso bambino. Ha sorprendentemente deciso di intentare una causa legale per pedopornografia. Accusa rivolta nei confronti dei membri rimasti della storica band grunge. A suo dire, sarebbero colpevoli d’averlo sfruttato quando nel 1991 era soltanto un neonato di quattro mesi. Divenuto celebre a sua insaputa e senza che avesse libertà di scelta, sostiene, chiede dei soldi per essere adeguatamente compensato.
Nirvana, il neonato di ‘Nervermind’ fa causa alla band: la cifra
Il trentenne ha infatti avviato un procedimento legale non solo perché la foto di nudo a suo avviso violerebbe le norme federale sulla pornografia infantile, ma anche perché l’immagine della banconota da un dollaro, sovrapposta successivamente allo scatto, farebbe sembrare il minore “come una prostituta”. Una teoria azzardata, che sta generando una reazione alquanto ilare online.
Tramite il suo avvocato, Robert Y. Lewis, Elden sostiene che i suoi genitori non hanno mai firmato una liberatoria che autorizzasse l’uso della sua immagine nella cover del disco e per questo ha chiesto un risarcimento di 150 mila dollari.
Come riportato nei documenti, Elden afferma adesso che “ha subito e continuerà a subire danni per tutta la vita, tra cui stress emotivo e interferenza con il normale sviluppo educativo”.
Secondo quanto riferito a sostengo della causa la band, il fotografo e le etichette discografiche “hanno commercializzato intenzionalmente la pornografia infantile di Spencer”, ed Elden sarebbe stato costretto a compiere “atti sessuali commerciali” a favore dei Nirvana che non avrebbero mantenuto una presunta promessa di nascondere i suoi genitali sulla copertina dell’album, da oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo.
Questo nonostante la giurisprudenza americana non ritenga pedopornografia immagini di nudo infantile senza espliciti riferimenti sessuali.
Nirvana, il neonato di ‘Nervermind’ fa causa alla band: la storia
La fotografia del 1991 venne realizzata da Kirk Weddle, fotografo amico del padre e, per il tuffo di 15 secondi, fu pagata alla famiglia 200 dollari.
Di quella fama accumulata Elden avrebbe però goduto durante tutti i suoi trent’anni di vita, come ha dichiarato lui stesso in alcune interviste: “È sempre stata una cosa positiva e mi ha aperto diverse porte. Ho 23 anni e sono un artista, questa storia mi ha dato l’opportunità di lavorare con Shepard Fairey per cinque anni, un’esperienza fantastica” ha detto al Guardian nel 2015, salvo definirsi “un po’ arrabbiato” per la sua notorietà una volta diventato adulto.
D’altronde il trentenne ha ricreato (in costume da bagno) quella stessa foto, per la quale adesso chiede un risarcimento, per celebrare il 10mo, 20mo e 25mo anniversario del disco uscito nel 1991.