Ha destato non poca preoccupazione l’annuncio del generale Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in audizione alle commissioni Difesa. Goretti ha detto che aerei italiani sono a circa 20 miglia dal confine con l’Ucraina. Proviamo a fare chiarezza e cercare di capire cosa sta accadendo.
Cosa sappiamo degli aerei italiani vicini al confine con l’Ucraina
“Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania: siamo a meno di meno di 20 miglia dal confine ucraino”: questo quanto ha detto. 20 miglia significa circa 32 chilometri, per avere un’idea. E ancora: “Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra. Per questo dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine”.
Parole tanto chiare quanto dure, che fotografano perfettamente lo stato di allerta massimo delle forze occidentali, schierate compatte a fianco dell’Ucraina contro l’invasore russo. Affermazioni tanto più forti quanto più inserite in un’operazione più ampia messa in campo dall’Esercito italiano, che ha portato l’Esercito stesso ad emanare una circolare in cui mette in allerta su una serie di punti e ne fissa altri estremamente essenziali. In vero assetto da guerra, ma senza generare inutili allarmismi.
La denuncia di Rifondazione Comunista
Mentre la guerra avanza e la Cina si posiziona, a diffondere il documento sui social è stato il segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea Maurizio Acerbo, che ha definito “gravissima” la circolare dello Stato maggiore dell’Esercito datata 9 marzo.
“Il nostro esercito si prepara a combattere. Questa è la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. I cittadini sono tenuti all’oscuro di come il Governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello Stato maggiore dell’Esercito di questo tenore”, attacca Rifondazione Comunista, che chiede al governo guidato da Mario Draghi di chiarire immediatamente quanto sta accadendo.
Cosa dice la circolare dell’Esercito sul “warfighting”
A seguito dell’invasione della Russia in Ucraina l’Esercito ha stabilito di attuare, con effetto immediato, tutta una serie di azioni, in quattro ambiti precisi:
- personale;
- addestramento;
- impiego;
- sistemi d’arma.
Ecco cosa prevede la circolare zeppa di termini, come ovvio, anche molto tecnici.
Personale
Ecco cosa dice la circolare riguardo al personale:
- porre particolare attenzione nel valutare le domande di “congedo anticipato”, da evitare se possibile, perché in un momento caratterizzato dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, deve essere effettuato ogni possibile sforzo per garantire la disponibilità di tutti;
- il personale in ferma prefissata dovrà alimentare prioritariamente i reparti che esprimono unità in prontezza nei prossimi due anni;
- tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale cosiddetto “ready to move”, senza vincoli di impiego operativo, anche ricorrendo all’istituto del “comando”. Sono inclusi il personale medico e quello sanitario.
Addestramento
Per quanto riguarda l’addestramento:
- tutte le attività addestrative, anche quelle dei livelli minori, dovranno essere orientate al cosiddetto warfighting, cioè alla guerra vera. Per questo, vengono rinviate tutte le esercitazioni che non siano specificatamente indirizzate al mantenimento delle capacità operative rivolte alla prima e alla seconda missione;
- ciascun reggimento di artiglieria deve essere addestrato ad operare sia nel ruolo di supporto diretto che in quello di supporto generale;
- si rende necessario valutare la possibilità di affiliazione addestrativa/operativa dei btg. delle trasmissioni alle Grandi Unità.
Impiego
Per quanto riguarda l’impiego:
- occorre garantire maggiore omogeneità delle forze che contribuiscono alla condotta di operazioni, evitando per quanto possibile il frazionamento delle unità;
- qualsiasi richiesta di concorso operativo sul territorio nazionale deve essere indirizzata e avallata a livello centrale;
- gli assetti sanitari costituiscono una capacità essenziale per l’operatività dei reparti. In questo ambito, qualsiasi richiesta di supporto dovrà tenere nella dovuta considerazione i prioritari impegni connessi con le forze in prontezza e le attività operative in atto;
- devono porsi in essere le attività necessarie ad accelerare la disponibilità operativa del 52° Reggimento art. “Torino”, dando priorità alle batterie semoventi, anche utilizzando le potenzialità formative/addestrative dell’8° Reggimento art. ter. “Pasubio”.
Sistemi d’arma
Riguardo ai sistemi d’arma, la circolare dice di:
- provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri – con focus sulle piattaforme dotate di sistemi di autodifesa – e i sistemi d’arma dell’artiglieria.
Come ha replicato lo Stato Maggiore dell’Esercito
Lo Stato Maggiore dell’Esercito ha risposto alla “denuncia” di Rifondazione Comunista, spiegando che si tratta di un documento “a esclusivo uso interno di carattere routinario”. Così le Forze Armate definiscono la “lettera che sta circolando su alcune chat di messaggistica istantanea” relativa alla situazione internazionale.
Si tratta di un documento, prosegue lo Stato maggiore, “con cui il vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti“.
Va chiarito bene che l’Italia non è ufficialmente in guerra contro la Russia, come, almeno per il momento, non lo è la Nato. A ribadirlo è stato anche il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. “Stiamo con gli aggrediti, dopodiché l’Europa, l’Italia e l’Alleanza Atlantica non devono e non possono sentirsi in guerra in questo momento con la Russia”, ha detto Letta. “Penso sia interesse di tutti evitare che il conflitto abbia un’escalation fino ad arrivare a quel livello”, che implicherebbe “scenari che non vogliamo neanche immaginare”.
Il calcolo sbagliato di Vladimir Putin, spiega Letta, era che l’Unione Europea si sarebbe divisa e l’Alleanza atlantica non sarebbe stata in grado di reagire. Invece, questi giorni di guerra hanno fornito un dato che definisce “inatteso”: l’unità dell’Ue e degli Usa. L’Unione sta aiutando intanto l’Ucraina sia con un sostegno militare – è la prima volta nella sua storia – sia umanitario.