Covid, boom casi in Cina: arriva l’ordinanza del ministro della Salute

Il ministro Orazio Schillaci ha disposto l'obbligo di tamponi per i passeggeri in arrivo dalla Cina, anche in caso di scalo in altri Paesi

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha firmato un’ordinanza con la quale stabilisce l’obbligo per i viaggiatori in arrivo dalla Cina di effettuare un tampone anti-Covid. A distanza di pochi giorni dall’iniziativa dell’aeroporto di Malpensa di testare tutti i passeggeri provenienti dal gigante asiatico, il dicastero della Sanità si è mosso disponendo la stessa misura precauzionale su tutti gli scali italiani, data la nuova esplosione dei contagi nella Repubblica popolare.

Covid, boom casi in Cina: arriva l’ordinanza del ministro della Salute

A dare impulso all’intervento del ministro sono stati proprio i primi risultati arrivati dall’aeroporto lombardo di Milano Malpensa. Dai tamponi analizzati sui due voli atterrati lunedì 26 da Pechino, è risultato risultato positivo il 38% dei passeggeri a bordo del primo aereo (35 su 92), mentre sul secondo sono emersi il 52% di casi di Covid-19 (62 su 120).

Dati presentati in conferenza stampa dall’assessore lombardo alla Salute, Guido Bertolaso: “Abbiamo voluto fare un monitoraggio. Bisogna fare una verifica e domani mattina avremo i primi risultati del sequenziamento. In caso sia solo variante Omicron, nulla di particolarmente rilevante. In caso contrario bisognerà valutare con il governo”, ha aggiunto a margine Bertolaso.

Poco prima dell’arrivo dell’ordinanza ministeriale anche la Regione Lazio aveva disposto i test per chi sbarca a Fiumicino da Pechino o Shanghai.

La decisione del ministero della Salute è arrivata a stretto giro: “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia – si legge nel comunicato pubblicato sul sito – La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana“.

I test saranno obbligatori anche per i passeggeri arrivati in Italia dopo uno scalo, come nella maggior parte dei voli dalla Cina, e, ha precisato successivamente lo stesso ministro, i positivi al Covid-19 saranno posti in quarantena.

“Ho scritto una lettera ai colleghi dell’Unione europea per trovare un accordo”, ha detto Schillaci, che oggi riferirà in Senato sulla situazione Covid e che ha attribuito l’esplosione dell’epidemia in Cina a “vaccini poco efficaci”, con relativo rischio insabbiamento sui morti per Covid in Cina.

L’Italia è al momento l’unico dei Paesi occidentale ad aver previsto un controllo agli arrivi dei passeggeri dalla Cina. Subito dopo l’ordinanza del ministero della Salute, anche gli Stati Uniti hanno annunciato di introdurre dal 5 gennaio l’obbligo di un tampone negativo effettuato a non più di 48 ore dalla partenza, per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina.

Covid, boom casi in Cina: la situazione

Secondo le stime di organismi internazionali, in Cina da inizio dicembre sarebbero verificati centinaia di milioni di casi in seguito all’eliminazione da parte del Governo di buona parte delle misure restrittive anti-contagio per placare le proteste di massa scoppiate in diverse città contro la politica “Zero Covid” in vigore fino a poche settimane fa. Nonostante il tentativo di minimizzare da parte delle autorità sanitarie, che hanno deciso di non conteggiare più i morti da Covid-19, l’allargamento delle maglie ha portato a un rapido aumento dei casi, col rischio dello sviluppo di una nuova variante.

Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, in Cina ci sarebbero ad oggi oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. I modelli stimano un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell’attuale ondata di Covid, a fronte di 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi quotidiani.