Non giunge come una novità il nuovo capitolo della lotta tra il ministro Salvini e gli autovelox. A più riprese il leader della Lega si è scagliato contro il “dispositivo selvaggio”. L’obiettivo dichiarato del suo ministero è quello di tutelare i cittadini, riducendo le statistiche di morti e feriti grazie al nuovo Codice della strada. Detto ciò, non reputa che lo studio dei posizionamenti degli autovelox sia sempre volto alla salvaguardia di pedoni, automobilisti e non solo. Al Gr1 si è così espresso: “Gli autovelox dovranno essere omologati a livello nazionale. I sindaci dovranno spiegare perché li mettono e dove, fornendo una motivazione”.
Lotta agi autovelox
Parole che tuonano perentorie e fanno presagire uno scontro con le Municipalità e Regioni. Quello degli autovelox è d’altronde un tema alquanto delicato. Intervenire in favore delle tasche degli italiani, oltre che per la loro sicurezza, rappresenterebbe di certo una nota positiva nell’agenda delle “cose pratiche in favore degli italiani” da poter annoverare in futuro.
Non è infatti un caso che le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini giungano dopo la pubblicazione dei conti relativi alle multe connesse alle sanzioni per violazione delle regole del Codice della strada. Un tesoretto da ben 1.5 miliardi di euro.
Nelle stanze del ministero si discute ora della possibilità di ridiscutere un decreto interministeriale fermo da ben 13 anni. Lo svela Il Sole 24 Ore, che ne riporta i contenuti.
Nuovo decreto Salvini
Ci si attende il varo del nuovo provvedimento entro un mese, alla peggio. Nel dettaglio si parla di un pacchetto di norme che metteranno nel mirino gli autovelox. Un vero e proprio giro di vite. L’obiettivo pare sia quello di ridurre il campo d’azione dei dispositivi e, dunque, dell’azione di contravvenzione dei singoli Comuni.
Uno degli aspetti cardine è rappresentato dalle modalità di collocazione. L’unico criterio accettato sarà quello della tutela della sicurezza della circolazione. Di fianco al quale si pone l’incentivo a un comportamento regolare e virtuoso da parte di chi circola su qualsiasi mezzo e su ogni strada.
Il ministro tiene molto al concetto di “cittadino vessato”. Si deve garantire la percezione della tutela e non della ricerca di guadagni da parte delle amministrazioni locali. Il pacchetto disciplinerà, dunque, i casi in cui non si potrà procedere alla contestazione immediata.
Si richiede, inoltre, che i tratti di strada in cui si possano installare gli autovelox vengano individuati tramite provvedimento del Prefetto. Servirà inoltre una distanza di almeno 1 km, fuori dai centri abitati, tra il segnale che impone il limite e il dispositivo stesso. Ciò al fine di evitare un effetto sorpresa, che mette a rischio risparmi e sicurezza, in caso di frenate brusche.
Si farà inoltre divieto di installazione di autovelox nelle strade con limiti di velocità particolarmente restrittivi. Una delle condizioni è la seguente: non si potranno adoperare in strade urbane con limiti di velocità inferiori a 50 km/h.
Per le altre strade, extraurbane, si potrà solo nel caso in cui il limite non sia ridotto di più di 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice della strada, per il tipo di percorso. In caso di strada extraurbana principale, con limite di 110 km/h, l’autovelox sarà consentito solo se la riduzione fissata sarà ad almeno 90 km/h. Al di sotto di tale soglia, si potrà reputare contrario al dispositivo redatto.