Via libera in Consiglio dei ministri al ddl costituzionale che concede poteri speciali a Roma. Il governo Meloni ha varato il disegno di legge che introduce modifiche significative all’articolo 114 della Carta, per fare della Capitale un ente territoriale unico e autonomo, con potestà legislativa in in materie specifiche, dai trasporti alla cultura, dal turismo all’amministrazione.
La presidente del Consiglio ha rivendicato la riforma, al centro di anni di dibattito, che equipara lo status della Città eterna alle altre capitali europee.
I poteri speciali di Roma Capitale
Il provvedimento approvato in Cdm, e atteso al voto in Parlamento, si compone di due articoli, tramite i quali si inserisce Roma Capitale tra gli enti costitutivi della Repubblica, come i Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e lo Stato.
Le modifiche previste in Costituzione riconoscono alla Capitale la condizione di ente territoriale “di genere proprio”, con una denominazione e un assetto ordinamentale unici e non equiparabili con gli altri enti esistenti, assegnando alla città la possibilità di determinare statuti propri, poteri e funzioni autonome in determinate materie come:
- organizzazione amministrativa;
- polizia amministrativa locale;
- governo del territorio;
- trasporto pubblico locale;
- commercio;
- servizi e politiche sociali;
- edilizia residenziale pubblica;
- valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
- promozione e organizzazione di attività culturali;
- turismo;
- artigianato.
Il ddl Costituzionale
L’articolo 2 si attribuiscono a Roma, inoltre, diverse disposizioni costituzionali, tra cui gli articoli 118 (funzioni amministrative e sussidiarietà), 119 (autonomia finanziaria), 120 (potere sostitutivo del Governo), 127 (impugnativa delle leggi) e 134 (competenza della Corte Costituzionale), oltre all’articolo 5 della legge costituzionale n. 1 del 2012 sul pareggio di bilancio.
L’ordinamento e i principi di decentramento amministrativo saranno disciplinati da successiva legge approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere e sentiti il Consiglio della Regione Lazio e l’Assemblea elettiva di Roma Capitale.
La nuova normativa entrerà in vigore dalle elezioni amministrative della Capitale successive alla pubblicazione della legge costituzionale.
I poteri speciali
Sulle materie su cui Roma avrà potere legislativo, quindi, il Campidoglio non pronuncerà soltanto regolamenti, che sono subordinati alle normative regionali, ma potrà emanare anche leggi. A rimanere sotto la potestà della Regione sarebbe la Sanità.
Commentando l’approvazione del provvedimento, il sindaco Roberto Gualtieri stima che per far fronte agli interventi previsti nella Capitale siano necessari stanziamenti per un totale di un miliardo di euro. Risorse che con nuove funzioni attribuite alla Capitale dovrebbero essere ancora maggiori, ma che dovrebbero essere stabiliti successivamente attraverso una legge ordinaria.
Con un altro provvedimento, sarà stabilito poi anche il ruolo che avranno i Municipi nel nuovo assetto della città, come spiegato dalla premier Giorgia Meloni:
È un impegno che abbiamo fissato nel programma di governo e che abbiamo mantenuto, un altro impegno mantenuto, perché tutte le Nazioni serie e degne di questo nome si rendono conto di quanto siano importanti la credibilità, il prestigio, l’autorevolezza della propria Capitale. E noi non vogliamo più essere da meno, perché investire su Roma significa investire sul futuro della Nazione.