Cresce la bufera scatenata dall’inchiesta della procura di Perugia sul dossieraggio su politici, personaggi dello spettacolo e dello sport. Sul caso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alza la voce e chiede i mandanti, scagliandosi sul presunto coinvolgimento dei giornalisti. A commentare l’indagine anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, uno dei circa 300 nomi nell’elenco dei profili “spiati”, che si chiede se non ci sia stata dietro una regia.
Le parole di Giorgia Meloni
Meloni ha commentato le indagini sul dossieraggio da Teramo, dove ha partecipato la Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia nel corso di un incontro elettorale, puntualizzando che questo tipo di accesso alle banche dati pubbliche non c’entra nulla con la libertà di stampa.
“Vedremo cosa ne verrà fuori – ha dichiarato la premier a margine dell’evento – domani sentiremo anche le audizioni dei procuratori che hanno chiesto di essere auditi dalla commissione Antimafia. Io penso che sia francamente gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo delle verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, e particolarmente ad alcuni esponenti della stampa. Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa”.
Durante la stessa giornata, la presidente del Consiglio è tornata a parlare del tema durante il comizio a Pescara a sostegno del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: “Credo che serva fare molta chiarezza su quello che scopriamo da un’inchiesta a Perugia – ha affermato Meloni dal palco – secondo la quale ci sono dei funzionari dello Stato italiano che fanno dossieraggi ad personam per passare le notizie ai giornali di De Benedetti, vogliamo sapere chi sono i mandanti perché questi sono metodi da regime”.
A sottolineare la “gravità inaudita” dello “scandalo” è stata anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenuta in Tv nella trasmissione Cinque minuti di Bruno Vespa, chiedendo di “fare estrema chiarezza” per !evitare che possano ancora accadere fatti di questo tipo”.
Tra gli obbiettivi della presunta attività di dossieraggio sarebbe incluso anche il presidente di Confindustria (che avevamo citato qui riguardo le previsioni del 2024 sulle imprese italiane) Carlo Bonomi, che ai microfoni del Tg1 si è espresso così sulla vicenda: “Ovviamente essendoci aperta un’indagine non posso entrare nello specifico. Però la riflessione è, come mai solo il presidente di Confindustria, tra le grandi associazioni datoriali nazionali, viene sottoposto a questi accessi illegali. Molto probabilmente ti fa capire che alcune cose che sono successe negli ultimi anni forse avevano una regia“.
“Mi ha colpito perché è particolare pensare che qualcuno possa accedere illegalmente a dati sensibili e lo abbia fatto su più di 800 profili. Quindi ti chiedi cosa non ha funzionato? Perché nessuno ha controllato? Questo fa nascere molte domande” è stato il commento del numero uno degli industriali, sul caso che lo coinvolge personalmente (qui tutti i nomi coinvolti nell’inchiesta di Perugia) con anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina, interessato dal presunto dossieraggio come abbiamo riportato qui).