L’Antitrust multa Virgin Active, 3 milioni per pratiche commerciali scorrette

L’Antitrust ha punito Virgin Active per contratti opachi e rincari poco chiari: ora l’azienda dovrà cambiare le regole e spiegare meglio ai clienti cosa stanno pagando e come uscirne

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 18 Giugno 2025 17:49

L’Antitrust ha sanzionato Virgin Active Italia con una multa da 3 milioni di euro per violazioni in materia di trasparenza contrattuale. La catena, attiva in Italia con oltre 40 centri e più di 100mila abbonati, è accusata di aver gestito in modo opaco clausole fondamentali come i rinnovi automatici, le modifiche tariffarie e il diritto di recesso.

Virgin Active, abbonamenti rinnovati automaticamente

La multa dell’Antitrust non è arrivata per caso. Tutto è partito nel dicembre 2024, quando l’Autorità ha cominciato a ricevere una valanga di segnalazioni da parte di persone che si sentivano raggirate. C’era chi si era trovato con l’abbonamento rinnovato senza saperlo, chi non riusciva a capire come interrompere il contratto, e chi si era visto addebitare somme per servizi che non voleva più. Il problema più diffuso era un’apparente scarsa chiarezza.

Le informazioni sul rinnovo automatico, sui tempi per fare disdetta o per uscire dal contratto erano assenti o difficili da trovare. Questa è quella che notoriamente si chiama nel gergo del marketing “barriera all’uscita”: molte persone che avevano sottoscritto l’abbonamento sono rimaste incastrate in un abbonamento senza via d’uscita che non avevano intenzione di proseguire.

A complicare ancora di più le cose, nel 2024 ci sono stati aumenti di prezzo che molti clienti hanno scoperto solo dopo aver ricevuto l’addebito. Nessuna email, nessun messaggio: in alcuni casi l’unico avviso era un foglio appeso in reception. Chi non frequentava regolarmente la palestra spesso non ne sapeva nulla.

Firme digitali senza copia del contratto: le denunce dei consumatori

Non c’erano solo problemi per quanto riguarda l’abbonamento. Molti consumatori hanno riferito di aver firmato i contratti direttamente in palestra utilizzando dispositivi digitali, senza poter visionare in modo completo i termini contrattuali. Spesso mancava una copia fisica o elettronica del documento, o l’accesso al file risultava complicato e tardivo.

La promozione “blocca il prezzo” sotto accusa: cosa non tornava

E non finisce qui. Sembra che alcune promozioni spingessero i clienti a rinnovare prima della scadenza con la promessa di mantenere il prezzo bloccato. Ma per molti non è andata così: chi aveva tariffe scontate si è trovato a pagare di più, con l’amara sorpresa di un rincaro mascherato da vantaggio.

Obblighi imposti dall’antitrust: cosa deve fare ora La Virgin

Con la notifica e la multa arrivata il 10 giugno 2025 scorso, l’Antitrust ha vietato clausole oscure, rinnovi nascosti e ostacoli al recesso.

Virgin Active ora ha sessanta giorni di tempo per dimostrare che sta modificando tutte queste clausole. Dovrà fornire ai clienti contratti chiari e completi fin dal primo momento, comunicare ogni modifica, economica o contrattuale, in modo trasparente, e smettere di rendere difficile la disdetta.

Udicon contro le palestre: “non è un caso isolato”

Secondo l’Unione per la Difesa dei Consumatori (Udicon), quanto accaduto con Virgin Active rappresenta solo la punta dell’iceberg.

“La sanzione Antitrust arriva dopo mesi di segnalazioni da parte di consumatori che si sono trovati loro malgrado vincolati a un abbonamento senza aver compreso fino in fondo le condizioni”,

ha dichiarato Martina Donini, presidente nazionale dell’associazione.

“Rinnovi automatici senza preavviso, aumenti di prezzo non comunicati e difficoltà a disdire i contratti. Non è così che si costruisce un rapporto trasparente con i clienti”, ha aggiunto. Donini ha anche sottolineato che il fenomeno riguarda l’intero comparto del fitness:

“Ci auguriamo che questa vicenda serva da monito per tutto il settore e che chi ha pagato ingiustamente venga rimborsato”.