Putin pronto per la pace a determinate condizioni. Ma è un probabile bluff

I toni tra Russia e Ucraina sono sempre più accesi, ma Putin decide di proporre un accordo di pace a condizioni inaccettabili dalla controparte ucraina, forte dell'alleanza occidentale

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Dopo oltre due anni di conflitto, Vladimir Putin ha delineato chiaramente i suoi obiettivi in Ucraina. Ha annunciato che Mosca è pronta a cessare le ostilità e negoziare la pace, a condizione che Kiev ritiri le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate e rinunci all’ingresso nella Nato.

La proposta arriva proprio nel giorno in cui Putin ufficializza l’impiego di 700mila uomini nelle operazioni speciali.

L’Ucraina e i suoi alleati occidentali hanno respinto immediatamente questa proposta. Volodymyr Zelensky ha dichiarato che non ci si può fidare di Putin, paragonandolo a Hitler.

La reazione del G7

Durante il vertice del G7 in Italia, i leader mondiali hanno riaffermato il loro sostegno all’Ucraina, sottolineando la necessità di una pace che rispetti l’integrità territoriale del paese. Hanno inoltre espresso supporto alla Conferenza di pace in Svizzera, alla quale la Russia sembra che non sia stata invitata. Putin ha definito la conferenza un tentativo di distogliere l’attenzione dalle cause del conflitto ucraino.

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito senza valore legale l’accordo di sicurezza bilaterale firmato tra Zelensky e il presidente statunitense Joe Biden.

Nel frattempo, il G7 ha espresso il suo sostegno al piano di pace promosso dagli Stati Uniti, ma le tensioni continuano a crescere sia in Ucraina che (non dimentichiamocene) nella Striscia di Gaza, dove le trattative per un cessate il fuoco sono ostacolate dalle posizioni intransigenti dei miliziani palestinesi.

Le analisi dell’Institute for the Study of War

Gli esperti dell’Institute for the Study of War (Isw) hanno analizzato la proposta di Putin, dicendo che non può essere considerata credibile. Secondo il think tank americano, una tregua consentirebbe alla Russia di riprendere l’offensiva in futuro, preparandosi per operazioni più ampie in Ucraina. L’intervento militare russo in Crimea e nel Donbass nel 2014 ha violato numerosi accordi internazionali e questo confermerebbe la mancanza di fiducia nelle promesse di Mosca.

Un cessate il fuoco potrebbe permettere alla Russia di riorganizzare le proprie forze e pianificare ulteriori operazioni offensive. Secondo l’Isw, Mosca potrebbe utilizzare la pausa per ricostituire reparti danneggiati e destinare risorse ad una futura offensiva su larga scala, sfruttando il tempo per rafforzare l’industria militare. Questa pausa potrebbe inoltre consentire alla Russia di preparare forze armate più affidabili per sovvertire il governo di Kiev e demilitarizzare il paese.

La nuova apertura del presidente russo avviene poi in una fase cruciale del conflitto, con Zelensky che ha appena ricevuto l’ok dai partner occidentali per intensificare le operazioni militari.

Putin considera una vittoria in Ucraina come fondamentale per prepararsi ad un eventuale conflitto con la Nato. Secondo l’Isw, la Russia vede il controllo dell’Ucraina come un prerequisito per combattere una possibile guerra convenzionale con l’Alleanza Atlantica. Ogni cessate il fuoco o accordo che non preveda la capitolazione completa dell’Ucraina verrebbe visto da Mosca come una pausa temporanea nella sua strategia di distruzione dello stato ucraino indipendente.

L’Isw sottolinea poi che Putin potrebbe continuare a proporre soluzioni negoziali come strategia per rallentare l’assistenza occidentale a Kiev. Questo schema è già stato utilizzato in passato, come nel dicembre 2022 quando Mosca cercava di impedire la fornitura di carri armati occidentali all’Ucraina. Simili tentativi si sono ripetuti nei mesi successivi, con la Russia che mirava a sfruttare i dibattiti interni negli Stati Uniti per rallentare l’invio di aiuti militari.

Le regioni contese

Le regioni menzionate da Putin sono Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Attualmente, solo Lugansk è quasi interamente sotto controllo russo, mentre le forze russe continuano ad avanzare in Donetsk. Putin ha avvertito che se Kiev non accetterà le condizioni poste, la situazione sul campo potrebbe peggiorare per l’Ucraina.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto che le proposte di Putin riflettono l’attuale situazione ma che Kiev dovrebbe considerare la possibilità di un cambiamento delle circostanze.

Nel contesto del conflitto in corso, la cittadina russa di Shebekino, nella regione di Belgorod, è stata colpita da un bombardamento ucraino che ha provocato il crollo parziale di una palazzina. Il governatore Vyacheslav Gladkov ha confermato che cinque persone sono morte, inclusa una donna che è deceduta in ospedale nonostante i tentativi di rianimazione. Sei persone sono rimaste ferite nello stesso attacco.

Botta e risposta tra Putin e Zelensky

Parlando ai funzionari del ministero degli Esteri, Putin ha affermato che la proposta di pace è reale e mira alla cessazione totale del conflitto, non a un suo congelamento. Ha garantito che, non appena Kiev inizierà il ritiro delle truppe e rinuncerà alla Nato, verrà dato l’ordine di cessare il fuoco e iniziare i negoziati. Gli accordi internazionali dovrebbero includere la cancellazione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia.

Volodymyr Zelensky ha respinto la proposta, paragonando Putin a Hitler e affermando che le sue richieste sono simili a quelle fatte dal dittatore tedesco prima di occupare gran parte dell’Europa.

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha dichiarato che Putin non è in posizione di dettare all’Ucraina cosa fare per raggiungere la pace. Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha definito la proposta di Putin come un’ulteriore aggressione. Inoltre, Putin ha minacciato ritorsioni se l’Occidente dovesse confiscare parte degli asset russi congelati.

Il quadro sulla guerra in Ucraina e in Russia

Le regioni russe vicine al confine ucraino continuano a essere bersaglio di attacchi. Nella regione di Kursk, una persona è morta e due sono rimaste ferite, mentre nella regione di Belgorod, cinque persone sono state ferite a causa di un bombardamento. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che 87 droni ucraini sono stati abbattuti, 70 dei quali nella regione di Rostov.

La posizione della Germania sulle sanzioni

La Germania ha bloccato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, preoccupata per l’impatto che potrebbe avere sulle piccole imprese del paese. Le loro paure non sono infondate, visto anche ciò che è successo in Italia con aziende russe. Berlino teme che l’estensione delle misure sanzionatorie a prodotti civili come quelli chimici o le attrezzature per la lavorazione dei metalli possano danneggiare le aziende tedesche. Questa posizione ha impedito ai rappresentanti permanenti dell’Ue di raggiungere un accordo su nuove sanzioni.

Chi ha dato più armi all’Ucraina: i dati rapportati al Pil di ciascun stato

Gli Stati Uniti e diversi paesi alleati hanno espresso il loro sostegno all’utilizzo del materiale militare inviato a Kiev per operazioni sul territorio russo. Secondo un approfondimento di Skytg24, tra i paesi europei, Estonia, Danimarca e Lituania sono quelli che hanno investito maggiormente in armamenti per l’Ucraina in proporzione al loro Pil, mentre Italia, Spagna e Grecia si trovano all’estremo opposto della classifica.

La Germania è il maggiore contributore europeo con donazioni di armi per 20 miliardi di euro, seguita dal Regno Unito con 9,9 miliardi e dalla Danimarca con 9 miliardi. L’Italia ha fornito armi per 1,1 miliardi di euro.

Estonia, Danimarca e Lituania hanno donato armamenti pari all’1% del loro PIL o più. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, ha contribuito meno in proporzione al PIL.

Sebbene gli Stati Uniti abbiano fornito ingenti quantità di armi, il loro contributo in rapporto al Pil è inferiore rispetto a Germania e Regno Unito.