Assicurazioni più care, la protesta degli agenti: la truffa delle polizze

La realtà dietro gli aumenti improvvisi delle assicurazioni, soprattutto sulla casa e la salute: ecco il motivo dell'esposto all'Ivass

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema del caro assicurazioni è sempre attuale in Italia, anche se in alcune Regioni più di altre. Basti pensare al caso Napoli, che fa registrare ogni anno nuovi record negativi. Da questo complesso mondo si erge però forte il grido di protesta degli agenti assicurativi. Il motivo? Presunte pressioni da parte delle compagnie, al fine di modificare le polizze con peggioramento delle condizioni economiche per i clienti.

Perché aumentano le assicurazioni

Anno dopo anno ci si chiede sempre come sia possibile che le assicurazioni, soprattutto quelle legate alle auto, siano in costante aumento. A nulla serve, o quasi, vantare la tanto agognata prima classe. Non si viene premiati per il proprio comportamento corretto e l’assenza di incidenti causati. Generalmente la colpa viene sempre addossata all’area in cui si vive e, dunque, al rischio che le compagnie si assumono in certi territori.

Il sindacato degli agenti assicurativi ha però presentato un esposto all’Ivass, in riferimento alle pressioni esercitate dalle società. Si mira a costringere a dure modifiche delle polizze, con effetto peggiorativo. Come riportato da Repubblica, nel mirino ci sarebbero soprattutto polizze salute e casa, con franchigie da portare a 2-3mila euro. Un pacchetto devastante per i clienti, con massimali abbassati e garanzie rimosse, come quelle contro gli eventi atmosferici.

Secondo tale versione dei fatti, ci sarebbe una parte controllante nell’ombra e una parte bene in vista, quella degli agenti, costretta a ricoprire il ruolo di “poliziotto cattivo”.

Le lettere delle compagnie assicurative

A nessuno piace ricevere lettere da parte delle compagnie assicurative e, a quanto pare, neanche agli stessi agenti. Da “polizze da riformare” a “tariffe da correggere”, ecco in linea generale il contenuto di molte comunicazioni su scala nazionale.

Spazio inoltre a vere e proprie minacce, denuncia il sindacato, con necessità di adeguamento in tempi rapidi, pena il blocco di incasso delle quietanze. In parole povere: impedimento nel proseguire il lavoro per tale società: “Non sono mancate neanche minacce dirette di toglierci il mandato, – ha spiegato il presidente del sindacato nazionale agenti (Sna) Claudio Demozzi – mettendo in discussione il rapporto di lavoro”.

L’esposto a Ivass ha di certo smosso la situazione, portando l’autorità a effettuare delle valutazioni. Sono già state convocate le compagnie, al fine di discutere del tema delicato e, riporta Repubblica, alcune starebbero già rivedendo il proprio approccio.

La risposta delle compagnie

Non si è fatta attendere la replica di alcuni esponenti del settore assicurativo: “Si ritiene infondato l’esposto dello Sna, soprattutto nella parte in cui afferma che le clausole in parola siano assolutamente astruse e contraddittorie, oltre che lesive dei diritti della clientela, e tantomeno che le clausole stesse siano applicate automaticamente e all’insaputa del cliente”.

Fonti interne sottolineano come si rispetti la normativa vigente, dunque rigettando al mittente ogni accusa: “Le imprese assicuratrici sono libere di determinare il contenuto delle clausole contrattuali, pubblicate sui siti web delle imprese stesse, consultabili e scaricabili liberamente”.