Inps, assegni di invalidità: cosa fare se avete commesso questi errori

Avete commesso errori nella compilazione della richiesta dell'assegno di accompagnamento? Ecco cosa dice la Cassazione

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Se avete commesso errori nella compilazione della richiesta dell’assegno di accompagnamento, non dovete preoccuparvi in quanto c’è una via d’uscita. La Cassazione è pronta a difendervi in questa situazione complessa. In una recente sentenza, infatti, quest’ultima ha emesso un importante pronunciamento che potrebbe rassicurarvi: anche in presenza di errori o dimenticanze nel modulo di richiesta dell’indennità di accompagnamento per una persona anziana non autosufficiente o invalida, l’assegno può comunque essere riconosciuto. L’unica condizione essenziale è che sia certificata la reale necessità di assistenza.
Tuttavia, è fondamentale tenere presente che il riconoscimento di un’invalidità, anche al 100%, non garantisce automaticamente l’accesso all’assegno di accompagnamento. È indispensabile fornire la documentazione corretta e completa per dimostrare la necessità di assistenza continua e il grado di dipendenza della persona coinvolta. Avere a disposizione una consulenza legale esperta può essere di grande aiuto in questi casi, poiché vi guiderà attraverso le procedure e le formalità necessarie per ottenere il beneficio desiderato.

Il caso

La necessità di questa precisazione è emersa da un caso specifico in cui l’INPS ha respinto una domanda di indennità di accompagnamento a causa di un’informazione omessa durante la compilazione del modulo.
Nel dettaglio, il richiedente si era dimenticato di barrare una delle caselle presenti nel modulo di richiesta. Queste caselle riguardavano la descrizione dettagliata della condizione del richiedente e potevano indicare se la persona era impossibilitata a deambulare senza l’assistenza permanente di un accompagnatore oppure se necessitava di assistenza continua per svolgere le normali attività quotidiane. La mancata compilazione accurata di questo campo ha portato al rigetto della domanda da parte dell’INPS, evidenziando l’importanza di fornire tutte le informazioni necessarie in modo completo e accurato durante la presentazione delle richieste di pensione.

Cosa dice l’Inps

L’ordinanza n. 74/20 del 7 gennaio 2020, che fa riferimento anche alla sentenza n. 14412/2019 della stessa Cassazione, afferma che:

“In tema di prestazioni previdenziali e assistenziali, al fine di integrare il requisito della previa presentazione della domanda, non è necessaria la formalistica compilazione dei moduli predisposti dall’Inps o l’uso di formule sacramentali, essendo sufficiente che la domanda consenta di individuare la prestazione richiesta affinché la procedura anche amministrativa si svolga regolarmente”.

Dunque, se per qualche motivo avete accidentalmente trascurato di barrare la casella nel modulo che identifica le condizioni di salute fondamentali per ottenere l’indennità di accompagnamento, non c’è motivo di preoccupazione per il rischio di essere esclusi dal diritto a ricevere l’assegno. È importante sapere che per l’anno 2020, l’importo di tale assegno per gli invalidi civili totali è stabilito a 520,29 euro, senza alcun limite di reddito.
È solo necessario garantire all’INPS la possibilità di effettuare una valutazione accurata per determinare se sussiste effettivamente il diritto all’indennità di accompagnamento. Questa valutazione si fonda sulle reali condizioni fisiche del richiedente. Pertanto, è fondamentale fornire tutte le informazioni pertinenti e i dettagli necessari per assicurare un esame completo e approfondito della domanda pensionistica.
Presentare una documentazione esaustiva consente di favorire una valutazione accurata del proprio caso da parte dell’istituto previdenziale, garantendo così una migliore comprensione delle proprie necessità e dei diritti pensionistici a cui si ha diritto.