La Roma rischia negativo di 400 milioni, i Friedkin rinviano l’aumento di capitale

Nonostante un patrimonio netto consolidato di 407,7 milioni, la famiglia Friedkin ha rinviato di un anno l'aumento di capitale della Roma, aumentando però il versamento d 520 a 650 milioni

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 17 Gennaio 2025 19:13

Salta l’aumento di capitale della Roma. La proprietà della famiglia Friedkin ha rinviato il versamento di 520 milioni di euro che era stato programmato entro il 31 dicembre 2024, nonostante nell’ultimo bilancio la società abbia registrato un buco di oltre 400 milioni di euro nel patrimonio netto consolidato. La mancata operazione è stata riscontrata lo scorso 12 dicembre durante l’assemblea totalitaria, che ha posticipato di un anno l’aumento di capitale, incrementandone però l’importo di 130 milioni.

L’aumento di capitale

Nell’ultima assemblea della Roma è stato fissato un versamento per un totale di 650 milioni di euro, che potrà essere corrisposto in una o più riprese, ma entro il 31 dicembre 2025. Una nuova scadenza che rischia però di non poter essere più posticipata alla luce della situazione patrimoniale del club giallorosso, con un aumento da parte della famiglia Friedkin che diventerebbe determinante per la sopravvivenza della società stessa.

Stando all’ultimo bilancio al 30 giugno 2024, il patrimonio netto consolidato della Roma risulta essere in negativo di 407,7 milioni di euro, registrando un rosso operativo di 81,4 milioni di euro. Allo stato attuale i conti della società vedono un capitale versato e sottoscritto di 93.942.205,19 euro, cifra che rischia di non essere sufficiente a coprire i buchi nelle casse giallorosse.

Nella stagione 2023/24 la Roma ha registrato ricavi per 301,7 milioni di euro, in crescita rispetto ai 277 milioni del 2022/23, a fronte di entrate sui diritti Tv in calo da 109 milioni ai 104,1 milioni di euro, grazie ai 70 milioni di ricavi commerciali in più e dell’aumento di 55,4 milioni degli incassi dalle partite. Dalla vendita dei calciatori, inoltre, sono arrivati nella scorsa stagione 25 milioni di plusvalenze.

I costi nell’annata 2023/24 della società giallorossa sono saliti a 366,2 milioni di euro dai 348,7 milioni di euro della stagione precedente, con una buona fetta costituita da salari e stipendi del personale, in netta crescita da 173 milioni a 202 milioni di euro, dei quali 150,6 milioni di contratti ai calciatori e 22 milioni come compensi allenatori (+5 milioni) nell’anno in cui José Mourinho è stato sostituito da Daniele De Rossi.

Il bilancio in bilico

Nelle ultime due stagioni la Romulus and Remus investments Llc, controllata dalla Need dei Friedkin, ha versato al club 322,5 milioni di euro, 235 milioni nel 2022/23 e 90 milioni nel 2023/24, con altri 10 milioni di euro corrisposti a metà dicembre 2024.

Si tratta però di somme destinate in larga parte a rimborsare il prestito obbligazionario emesso nel 2019. Per rimediare alle difficili condizioni patrimoniali della Roma, la proprietà ha convertito 110,076 milioni di euro di debiti della società verso i soci in riserva azionisti in conto futuro aumento di capitale della società.

Un’operazione non inedita da parte dei Friedkin, che ha fatto crescere l’ammontare di questa voce nell’ultimo bilancio a 505,427 milioni di euro, ma che non arriva nemmeno alla metà del miliardo e 14,48 milioni di euro di perdite risultanti dall’esercizio approvato a giugno dello scorso anno.

Come ricorda la testata online Open, la famiglia statunitense ha potuto usufruire finora delle norme di sospensione del codice civile entrate in vigore dopo l’emergenza Covid, riuscendo a coprire le perdite solo in parte. Un ulteriore rinvio della ricapitalizzazione potrebbe però mettere in pericolo la stabilità dei conti della Roma.